14 gennaio 2014

Network marketer... o consigliere?

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Ho già avuto modo di scrivere uno dei maggiori equivoci su cui continui ad essere basata l'attività di Network Marketer sia rappresentato dalla millantata utilità del passaparola, ma lo ripeto: il passaparola serve poco, l'attività non può ridursi a consigliare prodotti o servizi che invariabilmente, stando ai distributori addestrati all'entusiasmo dalle upline, sarebbero di qualità eccelsa e quasi miracolosi!
A me, è capitato innumerevoli volte di sentir magniloquire i prodotti delle più diverse aziende: v'è poi "il prodotto", cioè, il prodotto di punta dell'azienda di turno, che è quello da promuovere e venerare con particolare fervore!
Innumerevoli volte, m'è anche capitato di chiedermi come mai tali prodotti quasi miracolosi dovessero essere in grado di sortire tali effetti, fuorché sui miei interlocutori: pur avendo collaborato con aziende che commercializzassero i sostitutivi dei pasti, ad esempio, non ho mai incontrato distributrici che non fossero sovrappeso e con la cellulite, tali e quali alle comuni casalinghe che s'iscrivano in palestra ma non trovino la voglia d'andarci, o distributori panciuti che mi facessero ripromettere di continuare ad aver cura del fisico evidentemente in maniera più efficace di loro!
Non devi vendere, ma consigliare!” è, dunque, un consiglio tanto abusato, quanto inutile ed inefficace: meglio appuntarselo!
Altrettanto irrealistico è pensare - illudersi! - che la propria ascesa economica sarà sostenuta dagli acquisti di amici e parenti... il fatto scriva 'acquisti' dovrebbe ulteriormente suffragare la tesi nel Network Marketing si venda e non ci si limiti a "consigliare"!
Non solo amici e parenti generalmente non acquisteranno da noi "proprio perché siamo noi" e perché altrimenti dovrebbero continuare a farlo presso sconosciuti (grande distribuzione), ma spesso eviteranno di acquistare da noi "proprio perché siamo noi": più probabilmente, criticheranno o derideranno la scelta di avviare un'attività di Network Marketing, rivelandosi squalificanti, offensivi, eventualmente invidiosi, ma ugualmente inadatti a seguire le nostre orme imprenditoriali (gli italiani non amano l'imprenditoria quanto il pettegolezzo; pensiamo a quel che avviene quando scenda in campo la Nazionale di calcio o qualsiasi altra squadra: gran parte dei tifosi potrebbe passare ore a disquisire con altri riguardo alla migliore formazione da schierare in campo, assumendo e pretendendo d'avere ragione, salvo esistere un unico, legittimo allenatore chiamato ad assolvere a tale compito).

L'equivoco che il Network Marketing non richieda attività di vendita è inevitabilmente alimentato da coloro che, più che Network Marketer professionisti, sarebbe opportuno definire "reclutatori": coloro mirano ad ottenere un flusso costante di nuovi ingressi nelle proprie downline, ma non riflettono sul fatto siano compensati da altrettante fuoriuscite; non riconoscono il valore della formazione di qualità erogabile ai propri collaboratori e, deludendone un numero sempre maggiore, contribuiscono a squalificare l'immagine dei professionisti seri (il passaparola non servirà a vendere i prodotti, ma è efficacissimo nel diffondere l'idea che un'attività di Network Marketing sia, ancora oggi, assimilabile ad una catena di Sant'Antonio od un volgare sistema piramidale)!
Tali "reclutatori" hanno bisogno che i neofiti possano illudersi che il Network Marketing sia un'attività facile, intuitiva, che non richieda preparazione ed aggiornamento continuo: l'esatto contrario rispetto a qualsiasi professione prestigiosa o remunerativa!
Quando alle persone viene inculcata l'idea che sia semplicemente una questione di passaparola, è brutto poi fare i conti con la realtà: le persone hanno bisogno di sentirsi accolte in un gruppo, ma all'infuori di esso e delle eleganti sale d'hotel ove generalmente avviene il recruitment dei nuovi affiliati, esiste il modo reale, per la gran parte popolato da persone non solo indisponibili a sostenere col proprio denaro le acerbe ed ingenue velleità imprenditoriali altrui, ma molto spesso fortemente disturbate da proposte di coinvolgimento nell'attività non sollecitate ed anzi considerate stupide!
E' vero si possa risultare convincenti nel consigliare quale film andare a vedere o un detersivo che smacchi alle basse temperature... come qualsiasi altra cosa, ma non appena si cominci a consigliare i propri prodotti, gli interlocutori s'avvedono dell'interesse a farlo, si mettono sulla difensiva, divengono oppositivi, insomma, non acquistano e screditano i maldestri tentativi manipolatori effettuati a loro "danno" (proprio così: non penseranno abbiate parlato nel loro interesse, ma nel vostro e francamente avranno ragione)!
Amicizia o parentela non possono giustificare la scelta di mutare le proprie abitudini di acquisto a favore di un amico o parente, inoltre, occorrerebbe riflettere sul fatto i prodotti commercializzati dalle aziende di Network Marketing presentino un costo solitamente superiore a quello dei tradizionali competitors, quindi, vada dimostrato inoppugnabilmente quali vantaggi si avrebbero dall'acquistarli; è esattamente questo ciò che fanno le aziende tradizionali ed il compito delle pubblicità: soddisfano i bisogni dei potenziali acquirenti e, per incrementare le vendite, ne inducono molti altri!

Personalmente, penso che, più che ostinarsi a parlare entusiasticamente a chiunque dei prodotti o dell'attività (= target indifferenziato), occorra conoscerne appropriatamente le caratteristiche e proporre gli uni o l'altra solo a coloro che ne abbisognino realmente o realisticamente potrebbero diventare dei Network Marketer di successo e, soprattutto, adottare delle strategie promozionali che portino specialmente quest'ultimi a contattarci per primi per acquisire maggiori informazioni in merito.

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