12 settembre 2014

Network Marketing e blog personale

blogger blogging landing page squeeze page personal branding

Da alcuni anni, sedicenti guru dell'internet marketing sembra non possano esimersi dal consigliare a chiunque dichiari di voler lavorare online, l'apertura di un blog personale: esso dovrebbe servire a pubblicare e rendere virali "contenuti di qualità" e, conseguentemente, ad acquisire autorevolezza all'interno della nicchia di mercato prescelta.
I loro ragionamenti sono stucchevoli quanto ripetitivi e potrebbero pressappoco essere riassunti nei seguenti termini: Se andassi da un amico a proporre la tua attività di Network Marketing, non avresti bisogno di un Blog, perché lui saprebbe già chi sei, cosa fai e, soprattutto, che sei una persona affidabile di cui potersi fidare (quanto ottimismo!). Se, però, volessi entrare in contatto con un numero considerevole di persone potenzialmente interessate a collaborare con te, dovresti far capire loro chi sei ed il Blog ti aiuterebbe tantissimo! Solitamente, seguono esempi poco convincenti, del tipo: Avere un Blog, è un po’ come scrivere un libro. Conosco persone che nel mondo della formazione hanno raddoppiato i loro fatturati semplicemente scrivendo un libro di tot pagine (solitamente poche!). Fino al giorno prima non erano nessuno, poi sono diventate importanti e famose (peccato che gli italiani leggano pochissimo e che sia aleatorio parlare di raddoppio del fatturato, senza indicare a quanto ammontasse inizialmente: se qualcuno guadagnasse cento euro l'anno vendendo online un proprio ebook, che arrivasse a guadagnarne il doppio non gli consentirebbe di provvedere nemmeno alle sue più basilari necessità!).
Personalmente, penso che quasi nessuno, tra coloro cui venga consigliato di scrivere un Blog, possegga non solo delle conoscenze adeguate sul tema prescelto, ma addirittura una conoscenza della lingua italiana tale da poter redarre "contenuti di qualità" già solo dal punto di vista lessicale e sintattico: ne consegue che quasi mai ardisco a consigliare l'apertura di un Blog, poiché indurrei la gran parte dei miei interlocutori ad illudersi riguardo all'utilità dell'impresa – per loro – e farei sprecare la più preziosa delle risorse finite, cioè, il tempo! Alcuni sedicenti esperti di internet marketing si degnano almeno di suggerire la registrazione di un nome a dominio di secondo livello, tuttavia, in rete abbondano ancora i blog gratuiti di altrettanti sedicenti internet o network marketer: a livello d'immagine, ciò costituisce un errore davvero grossolano! Personalmente, non potrei mai credere che un soggetto che non possa permettersi il costo di un dominio di secondo livello, guadagni migliaia di euro al mese, come la gran parte di coloro che intercetti anche sui social network dichiari!
Io, ad esempio, ho speso solo venti euro circa per registrare questo dominio ed altrettanto torno a spendere annualmente per rinnovarlo! Mi farei un'opinione altrettanto negativa sul conto di qualcuno che non fosse personalmente in grado di registrare un dominio (benché sia facilissimo e si possa imparare come qualsiasi altra cosa), ma nemmeno riconoscesse l'opportunità di delegare quest'operazione ad un professionista.
Generalmente, gli sproloqui proseguono accennando non solo alla possibilità di ottimi piazzamenti nei motori di ricerca a costo zero (saremmo tutti in prima pagina su Google e sarebbero onerosamente masochistiche le campagne di Google Adwords!), ma anche di far scaricare gratuitamente "contenuti di qualità" aggiuntivi rispetto agli articoli del Blog, in cambio dei preziosissimi indirizzi di posta elettronica da far confluire in una mailing list.

Il solo fatto incontrovertibile è che la maggioranza dei Network Marketer non si avvale di un sito personale per presentare la propria attività, limitandosi a quello messo a disposizione dalle aziende per la registrazione di clienti ed incaricati alle vendite (indirizzando gli internauti esclusivamente verso il sito aziendale); si potrebbero invece avere maggiori chances di ottenere il controllo del business attraverso la creazione di una mailing list per il personal branding.
Meno scontato è che un semplice distributore che punti a diventare un imprenditore (di successo!) sia in grado di realizzare tutti quei prodotti che andrebbero immessi col proprio nome sul mercato: ebook, report, videocorsi e quant'altro: certo, se lo fosse potrebbe acquisire un innegabile vantaggio sui colleghi, cioè, poter ricostituire in breve tempo una downline collassata, nel caso in cui la sua azienda dovesse fallire o dovesse esserne estromesso (ribadiamolo: le persone si uniscono ad uno Sponsor in particolare per le sue doti comunicative e carismaticità, non ad un'Azienda che offra indistintamente la possibilità di promuovere gli stessi prodotti o servizi!).
Non mi dilungherò sull'immancabile consiglio finale di preferire WordPress a qualsiasi altra piattaforma per ospitare il proprio Blog, perché personalmento non lo amo, ma, soprattutto, se anche garantisse un migliore piazzamento nei motori di ricerca rispetto a qualsiasi altra, ciò non potrebbe avvenire in mancanza dei famosi "contenuti di qualità" e riguardo ad essi, invece, mi sono già espresso! Tenendo presente non tutti amino comunicare indiscriminatamente il proprio indirizzo di posta elettronica (io!) ed utilizzare gli strumenti di cui sto per parlare, esiste la possibilità di consentire l'iscrizione ai Feed del Blog: un feed è un sistema usato per fornire ai lettori gli aggiornamenti che vengano fatti di frequente su un sito web. Rispetto all'iscrizione ad una mailing list sono meno efficaci (informazioni meno mirate), ma meglio di nulla.

Nel caso non si voglia rinunciare ad essere presenti online all'infuori dei social network, io consiglierei di optare per delle più sintetiche landing page e squeeze page, che pure presuppongono un attento copywriting ed uso dei colori e degli elementi grafici, assolutamente non scontati e, naturalmente, la realizzazione di efficaci campagne pubblicitarie.
Rispetto al Blog, però, una volta creati i contenuti - facendosi coadiuvare da qualcuno più esperto quando serva! - si dovrà semplicemente impostare l'autorisponditore affinché invii ad intervalli di tempo predeterminati altrettanti messaggi di posta elettronica agli utenti della mailing list; non solo: oltre a poter generare incessantemente contatti, questo strumento automatizza il processo di selezione dei potenziali collaboratori, nel senso che potranno infine essere ricontattati di persona solo coloro che abbiano fruito di tutte le risorse messe loro a disposizione ed effettuato la registrazione al proprio network od almeno dichiarato di essere in procinto di farlo (meglio ancora chiedere di essere richiamati!).
E' importante non citare mai espressamente l'azienda con cui si collabori, tanto meno dilungarsi in merito alle caratteristiche dei prodotti o del piano di marketing: un collaboratore potenziale deve scegliere di unirsi al team del singolo Network Marketer, piuttosto che ad essa, e ciò può avvenire solo quando il professionista sappia efficacemente curare la propria immagine (personal branding).
Sarebbe opportuno che un visitatore delle proprie pagine cattura – contatti lasciasse l'indirizzo di posta elettronica sia che decidesse subito di registrarsi come cliente od incaricato alle vendite, sia che decidesse solo di scaricare il materiale offertogli gratuitamente: se abbandona il sito senza farlo, lo si perde quasi certamente!
E' possibile utilizzare una pagina del sito/blog come pagina spreminomi oppure, caricarla su un dominio autonomo. Solitamente, la pagina di un sito risulta troppo ricca di elementi distrattivi perché il visitatore possa essere chiamato all'azione (call to action): meglio creare una squeeze page su un dominio autonomo e solo dopo avere ottenuto il contatto del potenziale cliente/affiliato dirottarlo altrove per tentare la vendita o la sottoscrizione alla propria downline.
Si stima che una persona cominci a valutare l’idea di acquistare solo dopo aver ricevuto una serie di sette contatti mirati che spieghino, nei dettagli, la bontà dei prodotti o del business. Ma quali contenuti possono essere definiti "di valore"?
Definirei tali quelli che possano determinare la crescita personale, professionale ed economica, quindi, conducano al soddisfacimento d'una gamma innumerevole di bisogni: essere leader significa esplorare per primo campi sconosciuti al fine di trarne esperienze da trasferire agli altri attraverso l'insegnamento; applicando al mio caso tale definizione, direi mi si addica perfettamente ed il Network Marketing mi consenta di soddisfare il piacere dell'insegnamento preclusomi attraverso il canale tradizionale. Mi piace fungere da mentore ed in futuro conto di affiancare sempre più spesso l'attività di formatore a quella di Network Marketer! Essere percepiti come esperti di un settore può, quindi, consentire di erogare consulenze a pagamento e migliorare la propria qualità di vita nello stesso tempo in cui la migliorino i propri clienti: le vendite dei prodotti o servizi della propria azienda di riferimento saranno una inevitabile conseguenza. Tralasciando, come mia consuetudine, la falsa modestia, devo però aggiungere che se io sono sicuro che, nel lungo termine, riuscirò ad affermarmi come networker e consulente in virtù della mia determinazione e di un bagaglio culturale notevole, non sono altrettanto sicuro che ciò potrà avvenire in molti altri casi.

Tutto ciò, insomma, avviene in teoria; praticamente, molte variabili possono influenzare l'esito dei propri sforzi; un mio vecchio collega, ad esempio, si vantava di aver acquisito ben cinquemila "contatti qualificati" attraverso una sua landing page in meno di un anno e buona parte di essi avessero poi avviato l'attività di Network Marketing: di fatto, finché ho continuato a seguirne la Pagina su Facebook, ho potuto solo constatare continuasse a cambiare azienda, segno del mancato sviluppo di ognuna delle sue downline! A proposito delle Pagine di Facebook, vorrei dire ancora oggi molti sedicenti internet marketer ne consiglino l'utilizzo a chiunque abbia neccessità di promuovere un progetto lavorativo od artistico, una causa benefica od un evento e quant'altro, come se aprirne una ed ottenere moltissime visualizzazioni dei contenuti postativi fosse automatico: è vero l'incontrario, se ne sia ridotta considerevolmente la portata organica e, per coloro che possano permetterselo, convenga puntare sull'advertisement a pagamento. Tornerò sull'argomento in un post futuro.
Analogo discorso per YouTube: si continua a scrivere sia il motore di ricerca più utilizzato dopo Google (ovviamente, per quel che riguardi i video), ma non basta aprire un canale per ottenere visualizzazioni ed è ipocrita tentare di farlo credere.

Tutto ciò che si posti, tweetti, pinni, carichi e così via – ogni piattaforma sociale esprime l'idea di condivisione di contenuti con termini divenuti ormai d'uso comune – potenzialmente è in grado di ottenere popolarità agli autori, purché si tenga conto delle modalità diverse di funzionamento di ognuna di esse, se ne approfondisca continuamente la conoscenza, si conducano prove e verifiche dei risultati ottenuti e si correggano gli errori commessi, ma il concetto generale che deve valere, è che non basti essere presente sui social network per acquisire popolarità, specie oggi che il numero di coloro che vorrebbero riuscirvi è aumentato a dismisura rispetto all'epoca dei primi blog
ger che trattassero argomenti specifici e si trovassero in condizione di acquisire un bacino d'utenza altrettanto smisurato, rappresentato da tutti coloro che avrebbero iniziato a navigare in rete e ad iscriversi alle piattaforme sociali nel corso degli anni.

E' altrettanto vero l'epoca attuale offra opportunità lavorative impossibili in passato: io entro continuamente in contatto con gente che si lamenti della crisi economica (ignorandone del tutto le reali origini) e rapidamente me ne libero, poiché quasi sempre mi rendo conto il lavoro che vorrebbero ottenere sia un posto da 'dipendenti' con stipendio fisso; in pratica, la gente amerebbe essere pagata per essere fisicamente presente in un luogo tot ore al giorno, meglio ancora se in un ufficio con mansioni amministrative ed improbabile applicazione di qualsiasi criterio di misurazione della produttività! Bene, passasse la vita ad attendere l'uscita dei concorsi e lo scorrimento delle graduatorie; nel frattempo, parassitasse la pensione dei nonni o dei genitori e continuasse a lamentarsi infantilmente dei politici brutti e cattivi! A me interessano coloro che abbiano compreso il capitale intellettuale abbia più valore di qualsiasi altra risorsa ed ancor di più valga l'imprenditività (neologismo di stentatissima diffusione nel Paese che, come pochi al mondo, disconosce la meritocrazia ed osteggia l'autonomia di pensiero).

L'era dell'informazione stabilisce il primato del lavoro intellettuale e comporta che la ricchezza sia prodotta non solo dalla commercializzazione di prodotti e servizi, ma prima ancora dalle capacità comunicative di coloro che gestiscano attività commerciali. In quest'ottica, fare Networking o, che dir si voglia, Network Marketing, significa abbandonare modelli di pensiero ed aziendali desueti; improntare le relazioni interpersonali e, specificamente, gli scambi collaborativi ad una maggiore collaboratività; attuare comportamenti più etici nei riguardi altrui.
Benessere personale e finanziario non sono ormai obiettivi irrealizzabili, ma richiedono estrema adattabilità ai cambiamenti ed investimenti di tempo, energie ed economici sulla formazione ed il costante miglioramento di sé: non saremo mai più, per fortuna, persone che svolgeranno lo stesso lavoro per un numero preordinato di anni in attesa del pensionamento; possiamo essere individui che esprimano nel lavoro qualità personali e creatività: il fatto che tale prospettiva possa spaventare molti, non comporta che si possa tornare a modelli di produzione e consumo irrimediabilmente desueti e che abbiano reso le masse schiave di bisogni indotti.

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