31 dicembre 2022

Network Marketing e Blockchain

Network Marketing e Blockchain

Il lunghissimo tempo trascorso dalla pubblicazione dell'ultimo post è stato segnato dall'insorgenza ed inaudito rafforzamento di una eggregora quasi in grado di paralizzare le attività umane e conseguentemente l'economia e far accettare il distanziamento sociale come fosse necessario o perfino etico: quanti abbiano minimamente conservato lucidità mentale si sono fin da subito chiesti cosa ne sarebbe stato delle imprese o delle attività commerciali ereditate o fatte nascere per passione e da far sopravvivere nonostante la burocrazia e la tassazione italiane già da prima scandalose; mentre quelli psicologicamente più fragili cedevano alla disperazione, quanti siano abituati a lavorare precipuamente online hanno tratto conferma del fatto valga la pena scegliere di farlo da casa e proprio nei momenti di maggiore instabilità sociale ed economica alcuni lavori possano risultare piacevoli, profittevoli ed onorevoli! E' trascorso un tempo segnato dall'impennata criminosa dei prezzi di alcuni prodotti come i gel lavamani, divenuti introvabili nei comuni negozi ma sempre disponibili sui siti per il commercio elettronico o perfino battuti su quelli d'aste, inevitabile conseguenza della disponibilità a spendere cifre esorbitanti ingiustificatamente da parte delle masse, ma è stato anche quello in cui vendere ha potuto continuare ad essere un modo per migliorare il mondo rispondendo ai bisogni concreti dei Clienti intelligenti e sobri.

E' acclarato che, nel corso del tempo, siano stati congegnati schemi Ponzi mascherati da Network Marketing da parte di singoli individui od aziende: nei casi in cui interessi molto poco il prodotto o servizio da commercializzare, ma si punti all'ingresso di sempre nuovi aderenti all'opportunità di business presentata come imperdibile, si detiene un grande potere sulla vita delle persone e la chiusura dei loro codici di distribuzione ed il loro allontanamento possono avvenire tanto in maniera improvvisa ed inaspettata (magari per coloro che ne facciano parte da pochissimo tempo), quanto a seguito di lunghi periodi di ricatti e vessazioni ai danni di coloro che avessero già raggiunto importanti qualifiche previste dal piano di marketing, ma non fossero ulteriormente disponibili a lasciare inascoltata la voce della coscienza (ancora troppi gruppi di lavoro corrispondono a sette all'interno delle quali le direttive dei leader vadano accettate incondizionatamente!). Nonostante io sia in questo ambiente da ormai tanti anni, mi delude ancora profondamente il fatto che quasi tutti i sedicenti Network Marketer facciano autopromozione formalmente pubblicizzando prodotti o servizi, ma praticamente impegnandosi perché gli utilizzatori delle piattaforme sociali arrivino a credere che guadagnino tantissimo facendo ormai quasi più nulla da sé (continuano ad esistere sedicenti milionari avvezzi a lavorare in spiaggia, sebbene siano sempre di più quelli che raccontino di vivere a Dubai e se ne vadano in giro a filmare ciò che chiunque possa vedere, ma noi dovremmo credere appartenga loro!). Il loro comportamento corrisponde a quello di quanti, ogniqualvolta muoia un cosiddetto vip, sentano irresistibile la tentazione di comunicare ai follower quanto peso abbiano avuto nelle loro vite i suoi film, le sue canzoni, il suo pensiero riguardo a determinate questioni di natura morale o legate ai diritti civili: si potrebbe benissimo fare a meno di leggere quel che scrivano, eppure loro devono potersi illudere di essere persone sensibili, speciali, in grado di partecipare ad un dolore collettivo da cui scaturisca il proposito di vivere secondo quei valori che l'artista di turno avrebbe voluto trasmettere alla società per renderla migliore e perfino far avverare il paradiso in Terra! Se poi queste stesse persone sono nella condizione di postare una foto insieme al vip, magari solo perché vi abbiano trascorso insieme il tempo di quello scatto durante la pausa di registrazione di un programma televisivo, le loro parole sembreranno voler convincere gli altri che da quel momento in avanti siano stati uniti da profonda stima ed amicizia, di cui ora non resti che sentirsi grati e onorati; naturalmente, la realtà è ben diversa: all'inconsolabile fan, al moderno idolatra, all'anagraficamente adulto ma psicologicamente pur sempre debole interessa solo riuscire a suscitare invidia nei propri riguardi (peccato solo che mentre loro abbiano trascorso la vita ad idolatrare qualcuno, quegli stessi vip la vita l'abbiano goduta e, se pure non l'abbiano sempre esattamente goduta, almeno abbiano avuto la forza ed il coraggio di provare a viverla come desiderassero!).

Il Network Marketing è ormai sviluppato internazionalmente, evita i tradizionali canali di vendita e la pubblicità e consente a coloro che lo pratichino di generare guadagni diretti ed indiretti come conseguenza delle vendite personali e degli Affiliati sponsorizzati col proprio codice per conto di numerose Aziende! Non utilizzo volentieri l'espressione guadagni passivi, poiché non desidero rafforzare la convinzione comune che si possa guadagnare senza far nulla: nel Network Marketing può guadagnare, perfino grosse cifre, solo chi sia in grado di costituire una downline quanto più possibile estesa in larghezza e profondità ed insegnare a fare altrettanto agli Affiliati e ciò richiede notevole impegno e dispiego di tempo: solo coloro che siano disposti ad impiegarne e posseggano buone capacità formative e qualità morali, infine, possono beneficiare di quella che, molto più correttamente, definisco rendita residuale! Mettendo i propri downliner nella condizione di guadagnare buone provvigioni, è ragionevole pensare che vorranno continuare l'attività? La risposta è: Sì, continueranno! E se anche loro insegneranno ad altre persone a fare la stessa cosa con le rispettive prime linee, è ragionevole pensare che vorranno continuare l'attività? La risposta è nuovamente: Sì, continueranno! Qualsivoglia piano di marketing prevede che si possa guadagnare dal raggiungimento degli obiettivi altrui lungo alcuni livelli di profondità.
Il Network Marketing, invece, non attiene assolutamente alle truffe continuamente riproposte sul web e particolarmente le piattaforme sociali ossia, tutte quelle apparentemente irrinunciabili proposte commerciali che prevedano il recupero di quanto investito ed interessi da capogiro in tempi rapidissimi, specie se il proprio ingresso nel sistema debba essere accompagnato da quello di quante più persone possibile fatte iscrivere col proprio reflink: in questi casi, gli unici che guadagnino sono gli ideatori dell'ennesimo schema Ponzi, che occupano i posti apicali delle rispettive piramidi! E se prima uno di tali schemi poteva risultare sostenibile per alcuni anni, ora è già tanto che duri qualche mese: me ne sono stati proposti a centinaia; per quel che mi riguardi, una delle ragioni per cui li abbia sempre rifiutati, è stata la provenienza oscura dei guadagni di cui i miei interlocutori vaniloquiassero! Come ho scritto altre volte, coloro che cadano vittime di tali iniziative mi ricordano per ingenuità ma anche pigrizia il burattino Pinocchio lasciatosi convincere dal Gatto e la Volpe che sarebbe bastato piantare gli zecchini d'oro nel Campo dei miracoli per tornare a raccoglierne molti di più addirittura soli pochi minuti più tardi! Tali soggetti assegnano più importanza alla miracolosità degli accadimenti od alla fortuna che possa decidere di baciarli, che non alle risorse personali che potrebbero riconoscere ed accrescere!
Non fare nulla e guadagnare col Network Marketing è ciò che vorrebbero coloro che siano del tutto inadatti ad esso: "nessuna vendita richiesta", "niente autoconsumo", "funnel di sponsorizzazione già pronti", "costruzione della downline al tuo posto" sono le promesse fatte in assoluta malafede da coloro che chiaramente non svolgono l'attività in maniera professionale ed etica; del tutto incorreggibili son quelli che reiteratamente accordino la loro fiducia alle persone sbagliate, dei quali basti soffermarsi sui profili sociali per accorgersi di quanti affari abbiano reputato imperdibili nel corso del tempo e perorassero con cieca fiducia agli "amici", salvo non averne ricavato un solo Euro ed esser stati troppo pigri per rimuoverne le tracce: evidentemente, pensano che dovrà pur esistere una prossima volta che sarà la volta buona! Basterebbe riflettere: se non fosse richiesta attività di vendita, se i prodotti si vendessero da soli od almeno il cosiddetto marketing del passaparola fosse efficace – non lo è e personalmente aborrisco tale stucchevole definizione –, perché i costruttori delle piramidi avrebbero bisogno di reclutare continuamente nuove persone? Al contrario, una seria opportunità di business nel campo del Network Marketing richiede la capacità di vendere: vendere se stessi, quindi, capacità di fare personal branding, vendere dei prodotti o servizi e, soprattutto, venderne di buona qualità, che non richiedano di modificarne le abitudini ma possano convincere la gente che starà bene, starà meglio di prima, potrà suscitare l'altrui ammirazione ed accrescere il benessere personale e finanziario!
Nel caso mancassero i prodotti o i servizi che il mercato richieda o l'azienda non avesse già penetrato i mercati internazionali o gli upliner non dessero l'impressione di poter aiutare a raggiungere buoni risultati ma senza lavorare al proprio posto o, peggio ancora, si dessero contemporaneamente tali condizioni, bisognerebbe certamente cercare altrove di meglio!
Notevole importanza rivestono anche la numerosità e le altre caratteristiche delle personali cerchie di influenza, poiché l'estrazione sociale, il livello culturale, le disponibilità economiche, la propensione a correre dei rischi, il grado di sviluppo delle soft skills, e l'elenco potrebbe considerevolmente allungarsi, certamente influiscono sul modo in cui ci si possa dedicare al Network Marketing: gli individui che già svolgano un'attività con successo e non abbiano problemi economici potranno ben immaginare di doversi impegnare per alcuni anni per replicare il successo, ma non avranno dubbi a riguardo, mentre coloro che svolgano un lavoro da dipendenti avranno enormi difficoltà nel credersene capaci e raggiungerlo.

Il Network Marketing esiste ormai da quasi un secolo: ha migliorato la vita di tantissimi uomini e donne, ha conosciuto un vero sviluppo globale, ma sono certo che progredirà ulteriormente, anzi, auspico che la drammaticità e la brutalità della situazione vissuta da interi popoli negli ultimi anni conduca quanti più risvegliandi possibile a desiderare un lavoro per quello che dovrebbe essere: non uno strumento a malapena bastevole per le necessità quotidiane, bensì, un'opportunità di autentico benessere offerta ai singoli, alle famiglie e ricadente sulle comunità; non corrisponde al vero che il pianeta non possa ospitare tutti gli esseri umani e che le risorse energetiche siano finite ed il nostro stile di vita vada colpevolizzato e mortificato: possiamo e dobbiamo aspirare tutti alla prosperità, all'autenticità dei rapporti interpersonali, rimanere pensanti oltreché vivi, alimentare incessantemente il senso della dignità personale, la bellezza e la profondità degli scambi emotivi ed affettivi, sebbene forze oscure vogliano convincerci che vadano temuti. Nessuno di noi nasce per doversi guadagnare da vivere: il fatto stesso di essere nati ci rende degni di vivere e di rendere il Mondo un luogo ospitale e non sarà mai nel distanziamento sociale che vorrebbero imporci che troveremo la risposta ai nostri bisogni di salute fisica, mentale, spirituale!
Mai come nei mesi che sono seguiti agli inauditi lockdown, particolarmente gli italiani avranno avuto bisogno di rimediare alla chiusura di tante imprese ed i conseguenti licenziamenti: l'attività di Network Marketing può essere avviata a bassissimo costo e condotta a costi altrettanto ridotti rispetto a qualsiasi altra tradizionale occupazione; poter sostenere un investimento modico per avviare un'attività autoimprenditoriale, potrebbe essere un bel modo per ripartire con ottimismo e fiducia nel futuro! Auspico che quante più persone possibile che finora abbiano sdegnosamente rifiutato strade differenti da quelle che fossero state programmate a reputare sicure, riconoscano la necessità di cominciare a percorrere vie differenti, in grado di condurre più lontano!

Il Network Marketing, quindi, ha ancora tantissimi entusiasti sostenitori, tuttavia, mi è capitato di leggere che potrà continuare ad esistere, anzi, potrà essere salvato da un altrimenti sicuro fallimento solo grazie ad una tecnologia relativamente giovane quale la Blockchain: secondo tale tesi, proprio perché troppe persone sono state attirate all'interno di reti di vendita fraudolente, altre persone potranno rendersi disponibili a lavorare in quest'ambito solo a condizione che sia la Blockchain a garantire un trattamento corretto dei loro dati ed un pagamento puntale delle provvigioni.
Io resto convinto che sia possibile individuare piuttosto facilmente aziende serie con cui collaborare, purché intelligenti, ma in quest'occasione cercherò di seguire e spiegare il modo in cui ragionino i fanatici della Blockchain: anzitutto, essa è una sorta di libro mastro digitale che, non essendo tenuto da esseri umani bensì dall'intelligenza artificiale, consentirebbe di registrare ogni transazione in modo trasparente e verificabile in tempo reale da chiunque; non solo: la Blockchain eviterebbe di ricorrere a tutti quegli intermediari dai quali oggi interamente dipendano finanziamenti alle imprese in maniera farraginosa e circolazione del denaro e ciò comporterebbe la possibilità di raggiungere con prodotti e servizi un numero più elevato di consumatori.
Negli articoli che mi sia capitato di leggere non era specificato, ma immagino che le singole aziende sarebbero libere di scegliere quale Blockchain utilizzare; esistono già innumerevoli piattaforme, ciascuna connotata da configurazioni differenti, tuttavia, alcune caratteristiche proprie della tecnologia Blockchain dovranno riguardare ognuna di esse: decentralizzazione, tracciabilità dei trasferimenti, disintermediazione, trasparenza e verificabilità, immutabilità del registro e programmabilità dei trasferimenti. Occorre tener conto di almeno un altro paio ancora di aspetti interessanti: la Blockchain non ha assolutamente bisogno del Network Marketing per acquisire universale popolarità, anzi, è inevitabile che venga conosciuta da un numero sempre maggiore di persone, le quali vorranno certamente servirsene; non v'è nemmeno bisogno che ad una Blockchain sia necessariamente legata una criptomoneta ovvero, io ho potuto ad esempio acquistare dei beni collezionabili digitali, la cui creazione avveniva tramite la Blockchain di Ethereum, pagandoli però in Euro. Se il Network Marketing sarà in grado di garantire lavoro e benessere nei prossimi decenni, ed io confido che lo farà, dovranno rallegrarsene milioni di persone che non potrebbero altrimenti provvedere alle proprie necessità: sappiamo bene non solo molti lavori manuali ed artigianali siano destinati a scomparire, ma la quasi totalità di quelli attuali; bisognerà incoraggiare lo spirito imprenditoriale ed il Network Marketing potrà risultare un'attività adattisima a chi possegga tanto di esso ma esigui o nulli capitali per avviare delle imprese.

Di fatto, sull'assoluta inviolabilità delle Blockchain ci sarebbe da intendersi: è già accaduto che utenti malintenzionati abbiano in qualche modo ottenuto il controllo di buona parte della potenza di calcolo della rete e l'abbiano utilizzata per riscrivere la cronologia delle transazioni. Ciò ha reso possibile spendere la stessa criptovaluta più di una volta, operazione nota come "doppia spesa".
Le Blockchain sono particolarmente attraenti per i ladri perché le transazioni fraudolente non possono essere annullate come spesso accade nel sistema finanziario tradizionale. 

Più complesso è un sistema Blockchain, più modi ci sono per commettere errori durante la sua configurazione. Il protocollo non è l'unica cosa che deve essere sicura. Per scambiare criptovaluta da soli o eseguire un nodo, occorre eseguire un client software, che può anche contenere vulnerabilità.
La maggior parte degli hackeraggi che hanno fatto notizia, comunque, non sono stati attacchi alle Blockchain stesse, ma agli exchange, ove le criptovalute vengono acquistate, scambiate e detenute. Esiste poi un livello completamente nuovo di debolezze nella sicurezza della Blockchain le cui implicazioni i ricercatori stanno appena iniziando a esplorare: i bug dei contratti intelligenti.

Ricordiamo sempre di stabilire obiettivi anch'essi "intelligenti": fissare il giusto tipo di obiettivi è più utile che limitarsi ad annotarne! Obiettivi S.M.A.R.T sono quelli che possano essere concretamente raggiunti e mantengano elevata la motivazione a stabilirne poi di più ambiziosi (troppo spesso, si è timorosi o riluttanti nello stabilire obiettivi a causa dei fallimenti passati, ma l'incapacità a realizzare quelli precedenti non dovrebbe inficiare la capacità di porsene altri).
Gli obiettivi smart sono specifici, misurabili, raggiungibili, realistici, tangibili! Sono relativamente facili da raggiungere entro un ragionevole limite di tempo e rappresentano una sorta di fotografia mentale del futuro, la prefigurazione dello stato d'animo che si proverà quando finalmente sarà stata raggiunta una meta! Rammentiamo pure l'importanza del Team: Together everyone achives more!

Un fatto è indubitabile: negli ultimi anni, si è assistito alla nascita, e molti scriverebbero all'affermazione, delle cosiddette criptomonete, a cominciare dal Bitcoin; in capo a pochi altri anni, il contante potrebbe essere definitivamente eliminato a favore delle monete elettroniche e quasi tutti sembrano convinti che ciò costituirebbe un efficacissimo rimedio a gravissimi problemi, come l'evasione fiscale, il riciclaggio di denaro sporco, non ultimo la diffusione del "micidiale virus" che dovrebbe decimare la popolazione mondiale ed in realtà servire a modificarne le abitudini e lo stile di vita in maniera tale da assurgere ad un completo controllo delle masse. Per molti, è più rassicurante pensare che le cryptomonete e la Blockchain decentralizzata rappresentino la giusta soluzione ad un sistema che invece preveda una schiavitù finanziaria globale.
Peraltro, anche alcune grandi aziende hanno provato, finora senza particolare successo, a creare proprie monete elettroniche e sistemi di pagamento basati su crittografia, come nel caso di Facebook. Nessuno sapeva, inizialmente, come avrebbe funzionato la moneta di Facebook, ma sembrava plausibile l'ipotesi di una stablecoin, cioè, una criptovaluta che, a differenza del Bitcoin, avesse un prezzo stabile perché vincolato ad un mezzo di scambio altrettanto o relativamente stabile (una moneta fiat).
Nel sistema monetario globale potrebbero durevolmente affermarsi le valute elettroniche proprio quando venissero vincolate a valute già esistenti, tipicamente il dollaro statunitense e con un rapporto di uno ad uno, e l'equilibrio tra domanda ed offerta venisse accuratamente gestito algoritmicamente.
Utilizzare il Bitcoin, o qualsiasi altra valuta digitale, per effettuare, ad esempio, gli acquisti quotidiani non è ammissibile, poiché le oscillazioni di prezzo sono continue, talvolta drammatiche, e mentre i valori salgano non può esistere la motivazione a spenderle su base giornaliera. Si reputa inoltre possibile un grande successo di tali valute digitali laddove le attuali reti di pagamento non siano accessibili alla gran parte degli abitanti, i quali abbiano però necessità di trasferire denaro facilmente; in realtà, anche all'interno dei mercati ben sviluppati costituirebbe un vantaggio poter trasferire valore in maniera più celere e soprattutto economica rispetto ad oggi.
Facebook, ad esempio, aveva creduto conveniente creare una propria stablecoin per WhatsApp particolarmente in relazione al mercato indiano: la sua app di messaggistica istantanea è molto popolare in quel Paese e gli indiani sono pure "leader mondiali delle rimesse", quindi, un primo significativo utilizzo della sua criptovaluta avrebbe potuto essere consentire le rimesse soprattutto nei mercati come quello indiano a condizioni di particolare favore. Naturalmente, furono valutati con cura gli aspetti legati alla sicurezza della conservazione dei token e legali.
Libra non sarebbe stata certamente adatta alla speculazione sull'andamento delle crypto e non avrebbe dovuto essere considerata una riserva di valore (come il Bitcoin), piuttosto, come un'alternativa alle valute correnti.

Dalla musica ai gestori dei pagamenti, dagli e-commerce ai giganti delle telecomunicazioni, Facebook intendeva garantire agli investitori che avessero aderito al suo progetto e fossero entrati a far parte del consorzio denominato Libra Association la gestione di un nodo, per poter accedere e recuperare dati dal network a fronte del pagamento di circa dieci milioni di dollari (considerata la posta apparentemente in gioco, una cifra modesta); avrebbe pure voluto coinvolgere Wall Street, ma trovò che giganti istituzionali come Goldman Sachs e JPMorgan fossero completamente disinteressati.
In quale altro modo Facebook avrebbe potuto guadagnare grazie alla propria criptovaluta?
Facebook ha un modello di business basato sulla pubblicità mirata, riguardante anche Instagram, e grazie a Libra, sarebbe stata in grado di generare ulteriori entrate, benché modeste, ad esempio prevedendo il pagamento della pubblicità proprio in Libra (secondo altri, prevedendone il pagamento in altre valute digitali, a cominciare dal Bitcoin, finendo così per accumularne in grandissime quantità!). Sebbene si credesse che la crypto di Facebook non avrebbe avuto fee, ossia, che la piattaforma non avrebbe ricavato introiti dallo scambio dei token, molti analisti dubitavano del fatto che tale condizione potesse essere assicurata nel tempo: dopotutto, Facebook aveva anzi interesse a capire come monetizzare Libra anche a vantaggio delle numerose aziende che potessero entrare nella Libra Association. Visa, Mastercard, Booking, Spotify, Coinbase e molti altri si aspettavano certamente di ottenere qualche tipo di vantaggio finanziario dalla partnership: le fee, anche se molto basse, sarebbero state verosimilmente introdotte!
Vari esperti ebbero a dichiarare apertamente che la crypto di Facebook non avesse nulla a che fare con le criptovalute e la Blockchain, anzi, che si trattasse di un sistema completamente privato, controllato, centralizzato, verificato e autorizzato da un numero limitato di nodi.

Diem ha rappresentato la volontà di proseguire il progetto di valuta digitale, giungendo a costituire concretamente un sistema di pagamento sicuro e conforme alle regole, facilmente utilizzabile da privati ed imprese, la cui realizzazione è stata affidata all'Associazione Diem: tra le autorizzazioni più importanti ch'essa attendeva, quella da parte della Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) svizzera per la filiale operativa dell'Associazione. Il progetto Diem prevedeva inizialmente il lancio di varie stablecoin, ognuna delle quali garantita da una moneta fiat (compreso l'Euro) ed in questo secondo caso Facebook reputava di poter inevitabilmente giungere all'approvazione da parte delle autorità di regolamentazione: nondimeno, ciò non è avvenuto, anzi il lancio della criptovaluta avrebbe infine riguardato il solo mercato degli Stati Uniti.

In Svizzera, le conseguenze sono state due: il ritiro della richiesta di autorizzazione per un sistema di pagamento nella Confederazione e il trasferimento della sede di Diem Networks S.à.r.l. da Ginevra negli USA. "Questa transizione è coerente con la strategia iniziale di Diem incentrata sugli Stati Uniti e riflette le considerazioni dell'associazione per l'evoluzione dei regolamenti relativi alle criptovalute" negli USA, si lesse in una nota di Diem Networks (ex Libra Association).
La sussidiaria americana ha poi avviato una collaborazione con Silvergate, banca sostenuta dallo Stato della California e membro della Federal Reserve, per emettere la criptovaluta e gestire la riserva di Diem Usd (il token sostenuto dal dollaro in un rapporto uno-a-uno). Diem Networks si sarebbe poi registrata come attività di servizio monetario al Dipartimento del Tesoro americano ed avrebbe riportato le proprie attività nel perimetro normativo della Fed statunitense.
L'idea iniziale di una moneta digitale universale di Facebook vincolata ad un paniere di valute principali e debiti sovrani, per favorire la stabilità e lo scambio di denaro da un capo all’altro del mondo, ha suscitato perplessità e preoccupazioni di banchieri centrali e decisori politici, preoccupati che Libra potesse danneggiare le valute sovrane, facilitare il riciclaggio di denaro e mettere a rischio la riservatezza dei dati personali degli utenti (teniamo conto che si sarebbe trattato di una valuta immediatamente utilizzabile da miliardi di persone); iniziali sostenitori chiave come Visa, Masterdcard e PayPal hanno ritirato il proprio appoggio al progetto. Le dichiarazioni formali ovviamente mantennero un tono entusiastico riguardo all'andamento delle cose: "Nonostante tutto, l’ultimo passo è coerente con il focus strategico iniziale di Diem sugli Stati Uniti e riflette una valutazione di Diem sull’evoluzione dell’ambiente normativo monetario negli Stati Uniti”. Così, se ora Diem non necessita più dell’autorità elvetica, "il progetto ha tratto grande beneficio dall’intenso processo di autorizzazione in Svizzera e del riscontro costruttivo della FINMA e di oltre due dozzine di autorità regolatorie di tutto il mondo convocate dalla stessa FINMA per valutare il progetto", assicurava, infatti, Stuart Levey, Amministratore Delegato di Diem.

Tra i beni collezionabili digitali che ho potuto acquistare, vi sono stati i Bitmonds, cioè, diamanti dalle caratteristiche variabili generabili dagli utenti e creati da una startup italiana: tali diamanti digitali tridimensionali, e coi quali è possibile interagire, hanno tutti una grafica diversa, poiché essa è definita sia dai dati di registrazione degli utenti sulla Blockchain che da fattori assegnati randomicamente, ciò garantendo autenticità dei pezzi creati, effettiva rarità, sicurezza delle transazioni sul portale ed appartenenza a qualcuno (tutti requisiti fondamentali per un collezionista antico o moderno).
Personalmente, ho finora collezionato pochissimi pezzi ma dei quali sono molto soddisfatto, poiché alcuni sono stati generati quando ancora esistevano altrettanto pochi diamanti 3D sulla piattaforma e ad un loro piccolo identificativo numerico corrisponde invece un grande valore economico e quando dovessi decidere di venderli, potrei ricavarne un ottimo prezzo (ho già ricevuto delle richieste di acquisto, ma le ho declinate, poiché è anche vero non mi sia iscritto al portale coll'esplicito proposito di guadagnarvi: curo una piccola collezione di questi diamanti colorati, così come ancora curo le collezioni di monete e francobolli lasciatemi in eredità, senza alcuna fretta di eventualmente ricavarne un guadagno). Terminate le prime tre collezioni, gli ideatori del progetto hanno deciso che non si potranno creare altri Bitmonds se non in particolari occasioni, quindi, quelli creati in precedenza diverranno sempre più preziosi in termini di collezionismo o per coloro che dovessero riceverne uno in regalo; la loro preziosità dipende anche dal fatto che, partendo tutti dal valore di dieci Euro, prezzo richiestone per la generazione, tale valore aumenta perpetuamente in base ad un algoritmo di crescita che quindi consente di ritrovarsi a possedere diamanti digitali del valore di migliaia di Euro, inizialmente pagati poche decine di Euro! Le potenzialità di guadagno sono notevoli!

Col progetto Bitmonds, si è puntato ad introdurre il concetto di Digital Luxury Item: potrà divenire normale indossarne sullo smartwatch o magari, su device dedicati al pari di un gioiello.
Si è poi inteso dimostrare che Blockchain non è solo cryptovalute. Su Bitmonds.com, un modello “ibrido” Blockchain più valute fisiche permetterà di avvicinare meglio il pubblico a questo concetto: più o meno testualmente, ebbe così ad esprimersi Norberto Rossi, CEO di Vanilla Rocket Srl (in pratica, ciò significa le transazioni vengano registrate su Blockchain ma siano pagate in Euro). Abitualmente, con riferimento alla Blockchain, il valore di un bene si collega ad una criptovaluta che ne consenta il pagamento, mentre nel caso dei Bitmonds si usa la Blockchain per acquistare delle pietre preziose digitali usando normali sistemi di pagamento. Ammetto quest'ultimo aspetto abbia spinto anche me a registrarmi alla piattaforma in un'epoca in cui non avevo ancora mai acquistato Bitcoin o qualsivoglia altra moneta digitale per effettuare acquisti e pensavo che non l'avrei voluto mai fare!

Esistono ormai beni collezionabili digitali di ogni tipo (vedasi il collezionismo digitale delle figurine!), ma gli interessanti passi successivi sono stati il trasferimento su tecnologia Blockchain e l'apertura al lusso ed all'unicità delle opere digitali!
Non tanto nel settore della gioielleria, ma in quello dell'arte i progressi tecnologici hanno aumentato la riproducibilità delle opere e contemporaneamente compromesso il diritto d'autore: se un tempo la riproducibilità di un quadro era legata al talento per la pittura di un corruttibile falsario, già solo l'invenzione della fotografia ha comportato che le immagini divenissero riproducibili all'infinito partendo da una matrice originale (il negativo); poi è arrivata la fotografia digitale ed essa ha non solo reso semplice ed incontrollabile il processo di copiatura, ma ha reso le immagini duplicate totalmente identiche all'originale! Ma l'irriproducibilità di un'opera d'arte resterà sempre il suo carattere maggiormente distintivo e capace di determinarne il valore monetario!
Quanti acquistano un bene digitale tramite Blockchain, registrano tale acquisto in modo sicuro, verificabile e permanente, poiché, una volta scritti, i dati in un blocco non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi ad esso e ciò, per la natura del protocollo e dello schema di validazione, necessiterebbe del consenso della maggioranza della rete. La Blockchain è quindi rappresentabile come una lista, in continua crescita, di blocchi collegati tra loro e resi sicuri mediante l’uso della crittografia (secondo la definizione datacene da Wikipedia).
I beni di lusso finiscono col poter esistere non solo nella loro forma fisica, ma nella loro “fisicità digitale”!

Un'altra ragione per la quale mi sono interessato ai diamanti digitali è la loro eticità rispetto a quelli normali, cioè quelli che si potrebbero definire insanguinati del sangue dei minatori (non solo loro!) e rispetto ai quali i diamanti sintetici possono costituire un'alternativa valida, ma forse non la migliore: se il futuro fossero i diamanti digitali?
L'impossibilità di garantire un acquisto etico dei diamanti naturali e la minima attrazione sui Millenials hanno portato colossi come DeBeers a valutare soluzioni come i diamanti sintetici e la tracciabilità su Blockchain ossia, a concentrarsi su una fetta di mercato potenzialmente enorme ed estremamente remunerativa, offrendo ai consumatori un prodotto di laboratorio che dimostrano di volere ma difficilmente reperibile fino a pochi anni addietro: gioielli economici e alla moda, che magari non saranno per sempre ma perfetti in un dato momento. Si potrebbe anche dire il mercato richieda meno qualità e loro si accontentino e l'importante resti "vendere la percezione"!
Chi non è Millenials, e chi ha i soldi e la volontà di investire in un diamante naturale può stare tranquillo? La risposta è no: perfino gli esperti, ad occhio nudo, non possono identificare la natura di un diamante. Hanno bisogno di macchinari costosi che non sono alla portata di tutti. Il rischio di frode è diventato ormai altissimo e la lotta per il mercato dei diamanti naturali si è fatta progressivamente più spietata.
Sì, lotta: il tema delle migrazioni dovute alle guerre nell'area centrafricana è molto comune, ma forse troppo poco ci si chiede come queste vengano finanziate, e forse basterebbe guardare la vetrina dei gioiellieri. I territori ricchi di diamanti sono zone franche, dove è impossibile sviluppare attività. Le terre vengono espropriate e l'unica attività rimasta alla popolazione locale è il garimpo, l'estrazione irregolare di diamanti, e nonostante l'introduzione del Kymberly Process (il passaporto che permette ai valori di accedere al mercato internazionale), ci sono ancora tanti maledetti diamanti in giro che finanziano terrorismo e regimi dittatoriali!
DeBeers ha promosso un progetto per la tracciabilità delle gemme con tecnologia Blockchain, un tentativo nobile (in parte dettato da un interesse diretto) ma che non sembra essere una soluzione efficace, perché non considera il fattore umano nella filiera. Secondo un rapporto della Partnership Organization Africa Canada (CAP), la questione dell'ottenimento del certificato del Kimberly Process viene facilmente aggirata facendo apparire come Paese d'origine il Camerun invece delle repubbliche teatro di guerra centrafricane. Tutto grazie a un traffico criminale di pietre e certificati. L'introduzione della Blockchain per il tracciamento non aiuta molto se la fonte certificata non è affidabile. Stando così le cose, se i diamanti naturali sono "sanguinari" e i diamanti sintetici sono essenzialmente pietre create ad hoc per alimentare un “mercato della percezione”, perché non tentare la strada tutta digitale per parlare alle nuove generazioni? Questo è stato uno dei nobili obiettivi iniziali della startup italiana che coi suoi certificati attesta le caratteristiche dei suoi diamanti digitali.

Un nuovo sistema economico mondiale e la valuta ad esso associata utilizzerebbero la tecnologia Blockchain e invece delle banche centrali, gli algoritmi determinerebbero l'offerta di moneta globale: a differenza delle classiche criptovalute e del denaro fiat cartaceo che usiamo oggi, la nuova valuta sarebbe interamente supportata dall'oro, priva di interventi statali e assolutamente al sicuro dalla falsificazione. L'umanità vivrebbe una nuova era, ma siamo sicuri che agli interventi statali non si sostituirebbe qualcosa di ben peggiore? I forzati del pensiero positivo sostengono che il Mondo sta cambiando e siamo solo all'inizio di un lungo ed entusiasmante processo di cambiamento. Vedere le crisi e le sfide come opportunità rappresenterebbe un'arte del vivere che ora staremmo riscoprendo: lo penso anch'io, ma reputo pure necessario mantenersi lucidi, poiché il rischio delle degenerazioni è concretissimo! 

Pochi anni fa, gli scienziati al soldo di una notisima multinazionale americana hanno depositato il brevetto per sviluppare una criptovaluta collegata ai corpi fisici e distribuibile alle persone in base alla loro attività corporea.

Come abbiamo già avuto modo di dire, le criptovalute differiscono dalle comuni monete fiat che una banca centrale abbia esclusivo diritto di creare poiché sono decentralizzate e quasi sempre basate sulla tecnologia della Blockchain ossia, delle catene di blocchi collegate le une alle altre ed una sorta di grande libro contabile, chiamato ledger, che riporta tutte le transazioni effettuate dagli utenti. Chi voglia creare una criptomoneta dal nulla, può farlo solo estraendola da tali catene di transazioni. Ciò non esclude che sia possibile creare una criptovaluta la cui emissione sia esclusivamente regolata da un istituto centralizzato, anzi, che continui ad essere espressamente previsto!

Nel brevetto depositato dagli scienziati della notissima multinazionale americana, l’idea è quella di creare una criptovaluta che interagisca direttamente con il corpo umano ed a pagina 4 della presentazione tecnica del progetto è sostanzialmente spiegato come funzionerebbe questa valuta digitale:

“Ad esempio, un’onda cerebrale o il calore corporeo emesso da un utente quando questo esegue il compito assegnato da un fornitore di server, come guardare la pubblicità o utilizzare alcuni servizi di Internet, può essere usato nel processo di estrazione della criptovaluta. Piuttosto che il massiccio lavoro computazionale richiesto da alcuni sistemi di criptovalute convenzionali, i dati generati basati sulla attività del corpo possono diventare una prova del lavoro svolto, pertanto, un utente può risolvere inconsciamente il difficile problema di calcolo computazionale”.

Semplificando, qualsiasi cosa le persone facessero, dall’andare al lavoro o fare la spesa, riceverebbero automaticamente questa criptovaluta: il sistema centralizzato che creasse questa valuta ne rileverebbe le attività corporee e distribuirebbe moneta in base ai compiti da loro svolti.
Nel Mondo, tutti dovrebbero quindi essere virtualmente allacciati a questa sorta di Matrix che assegnerebbe criptovalute solamente a chi eseguisse le attività assegnate!

Ma come farebbe il sistema, in pratica, a dare questa moneta agli utenti collegati?
La risposta arriva nelle righe successive della relazione:

“Un sensore legato comunicativamente o inserito nell’apparecchio dell’utente può rilevare l’attività corporea della persona. Un sistema di criptovaluta collegato all’apparecchio di una persona può verificare se l’attività corporea soddisfa le condizioni richieste dal sistema, e assegnare la criptovaluta alla persona la cui attività corporea è stata verificata” (come se in un laboratorio premiassimo un ratto con una pallina di cibo per aver correttamente eseguito il compito ideato dagli sperimentatori!)

Semplificando, il sistema che creasse la criptovaluta potrebbe decidere se pagare o meno ad una persona una quantità di moneta digitale in base alla sua attività corporea: se il sistema, per una qualsiasi ragione, concludesse che qualcuno non stesse eseguendo correttamente l’attività assegnata, quella persona non riceverebbe nulla! Tutti dipenderebbero da questo sistema digitale che potrebbe essere la futura base per creare una valuta globale digitale.

Chi volesse spendere la moneta del futuro, quindi, dovrebbe essere collegato al computer centrale, altrimenti non avrebbe la possibilità né di vendere, né di comprare!?! Manco a dirlo, il numero di brevetto assegnato a questo progetto è stato: 060606 (666)!

Citando il celebre passo di Giovanni dall’Apocalisse 13, 16 - 18:
“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè, il nome della Bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.

Giovanni descrive una società in cui non sarà possibile né comprare, né vendere senza indossare il marchio della Bestia, un sistema totalitario contraddistinto dal numero 666.

Si tratterebbe di un sistema di “mining” che invece di utilizzare le capacità computazionali di macchine estremamente efficienti, utilizzerebbe il “lavoro” del corpo umano come “sottostante” per creare la moneta all'interno di un sistema di moneta digitale.

Il mining è quel processo grazie al quale vengono creati nuovi Bitcoin o qualsivoglia altra cripto moneta, e le transazioni vengono trasferite in rete: si tratta di un sistema di calcolo che normalmente richiede macchine estremamente potenti per risolvere problemi di algoritmi che consentano la proof of work, cioè, il collaudo del lavoro di calcolo e l’autorizzazione della transazione. Nella descrizione dell’invenzione brevettata, la rilevazione dei dati corporei viene vantato come un metodo efficace per sostituire il costoso processo di mining con l’attività fisica dell’utente, ma si tratterebbe pure di finire coll'essere impiegati come capi di bestiame messi all'ingrasso o munti violentemente come accade negli allevamenti intensivi, finché non arrivase il momento di essere sacrificati poiché non ulteriormente utilizzabili! Il sistema del bastone e della carota perfezionato con la tecnologia dei sensori e del digitale applicato al bestiame umano!

Cosa si intende per lavoro e attività corporea? Solo un esempio: “Un’onda cerebrale o il calore del corpo emesso dall’utente quando effettua il compito richiesto da un fornitore di informazione o di servizi, come ad esempio guardare una pubblicità o utilizzare alcuni servizi Internet”.

“L’attività corporea può includere, ad esempio, in modo non esauriente, una radiazione emessa dal corpo umano, le attività cerebrali, i flussi umorali corporei (ad esempio, il sangue), l’attività o il movimento di un organo, il movimento fisico o qualsiasi altra attività che può essere rilevata e rappresentata per immagini, onde, segnali, testi, numeri, gradi o in qualsiasi altra forma di informazione o dato”.

Vi è poi la descrizione delle onde cerebrali in uno scenario spaventoso che lascia immaginare situazioni di condizionamento del pensiero totale.

“Esempi di radiazione corporea emessa da un corpo umano possono includere calore radiante del corpo, la pulsazione o l’onda cerebrale. Le onde cerebrali comprendono, ad esempio, in modo non esauriente:

(i) le onde Gamma coinvolte nell’apprendimento o compiti mnemonici
(ii) le onde Beta coinvolte nel pensiero logico e cosciente
(iii) le onde Alpha che possono essere connesse ai contenuti del subconscio
(iv) le onde Theta che possono essere collegate a pensieri che comportano emozioni crude e profonde
(v) le onde Delta che possono essere coinvolte nel sonno o nel rilassamento profondo
(vi) l’elettroencefalogramma (EEG) che può essere misurato per valutare l’attività elettrica del cervello come nel caso di concentrazione profonda”

Si potrebbe costringere l’utente, condizionandolo con il premio, a qualsiasi tipo di comportamento cerebrale, anche inconscio o emotivo, in un tecnologico sistema di lavaggio e condizionamento del cervello.

“Esempi di movimento corporeo possono comprendere la roteazione degli occhi, i movimenti facciali o qualsiasi altro movimento muscolare. Inoltre, l’attività cerebrale può essere rilevata utilizzando fMRI, che misura l’attività cerebrale rilevandone i cambiamenti associati al flusso sanguigno. Questa tecnica si basa sul fatto che il flusso sanguigno cerebrale e l’attività neuronale sono connessi. Quando un’area del cervello è attiva, il flusso sanguigno in quell’area aumenta”.

Viviamo anni diversi da quelli che avremmo mai potuto immaginare e vorrebbero farci credere che il Mondo sia un posto troppo piccolo ed avaro di risorse per garantire a chiunque la vita e soprattutto, una vita dignitosa, tuttavia, il benessere e la ricchezza rappresentano un diritto, perfino un dovere cui ottemperare con fiducia incrollabile nelle proprie capacità e nel Bene.
Vorrebbero ridurci ad esibitori di certificati vaccinali che escludessero i dissidenti dalla società civile, bestie che tornassero ogni volta al macello finché non servisse più accanirsi su di loro, mangiatori di insetti affinché ci degradassimo diventando entomofagi, chiusi in casa a patire il freddo d'inverno ed il caldo d'estate perché viaggiare farebbe male al pianeta ma loro continuerebbero a salire impuniti sugli aerei: vorranno questo e ridurci anche ad usare la moneta elettronica per pagare ed il microchip per sbloccare la serratura di casa.
Siamo in guerra, una guerra dichiarata all'umanità intera, e molti ancora non se ne sono accorti: coloro che riconoscano le minacce incombenti, però, non temono nulla.
Viviamo gli anni di una nuova speciazione culturale e dell'assoluta necessità di circondarsi esclusivamente di coloro che condividano i nostri valori, lasciando andare senza rancore gli altri.