18 marzo 2014

Il prodotto totemico nel Network Marketing

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Ogni azienda operante nel Network Marketing - almeno quelle di stampo tradizionale - rivela un attaccamento notevole al primo prodotto formulato e commercializzato ed esso è anche quello che ogni nuovo affiliato dovrà presto imparare a venerare come un idolo, eleggendolo prodotto totemico della propria vita da Network Marketer: qualità ed efficacia del Prodotto non dovranno mai essere messe in discussione, pena l'incorrere negli strali della upline, che sarà pronta ad accusare l'affiliato ribelle di "non credere a sufficienza nel Prodotto" fino alla fine dei suoi giorni lavorativi per spiegarne e colpevolizzarne qualsiasi insuccesso; personalmente, ho sempre considerato tali comportamenti stupidi e biasimevoli, tant'è che ho interrotto anche la mia penultima esperienza nel campo, come tutte le precedenti, soprattutto a causa di ciò: indipendentemente dal problema contingente rispetto al quale chiedessi d'essere aiutato a trovare una soluzione, infatti, invariabilmente accadeva che mi si rimproverasse di "non credere a sufficienza nel Prodotto" e, conseguentemente, che mi s'esortasse a consumarlo maggiormente per convincermi della sua bontà: il resto sarebbe venuto da sé!
Potevo provare ad obiettare qualsiasi cosa, perfino avessi a malapena i soldi per pagare le spese indispensabili, ma la – loro – verità rimaneva inopinabile: ho interrotto ogni forma di contatto con lo sponsor della mia penultima azienda, col quale ho cercato d'intendermi per quasi un anno, sforzandomi più di quanto non avessi fatto in passato nei riguardi altrui, proprio perché non riuscivo assolutamente più a tollerare che mi ripetesse sempre la stessa cosa!
In realtà, gli avevo chiesto io d'essere sponsorizzato, senza che ci conoscessimo preliminarmente (abitiamo in due diverse città) dopo averne seguito per qualche tempo la pagina su Facebook, in quanto mi piaceva la tipologia di prodotti commercializzati dall'azienda e conoscevo già bene le proprietà fitoterapiche della pianta utilizzata: soprattutto in casi simili, uno sponsor rivela poco acume nel non assistere in maniera qualificata un collaboratore che, sentendosi altrimenti apprezzato, potrebbe insistere nel ricercare uno sblocco alla propria situazione d'impasse!
Ho raccontato tali esperienze per evidenziare
le caratteristiche dei prodotti o del piano marketing rivestano importanza, ma non tanto quanto le strategie di marketing che l'azienda prescelta adotti, o meno, per piazzarli sul mercato: insomma, non esiste il prodotto migliore in assoluto (benché tutte le aziende tradizionali millantino il primato) e non esiste un piano marketing che non richieda agli affiliati sforzi notevoli per acquisire un reddito cospicuo.
Conosco tuttora dei sedicenti Network Marketer che sottoscrivono contratti di distribuzione l'uno appresso all'altro, illudendosi di riuscire a conoscere, infine, il prodotto che si venderà da solo o che richiederà al massimo lo sforzo del
passaparola per rimpinguarne il conto bancario: io trovo semplicemente confusivo che pubblicizzino di tutto sulle loro bacheche e che proprio la commistione dei marchi dia ad intendere ai loro contatti che non guadagnino granché da nessuna parte (altrimenti, rimarrebbero concentrati su un unico brand, amplierebbero progressivamente la propria rete di clienti e collaboratori e conseguentemente migliorerebbero la propria rendita).

Desidero ribadire un concetto: la qualità dei prodotti distribuiti deve essere elevata, affinché sia possibile acquisire, ma soprattutto fidelizzare dei clienti (generalmente, lo è): altrettanto importanti, però, sono le strategie di marketing; immagina i pezzi del motore dell'auto o l'hardware del computer: non esiste un componente più o meno importante di altri: semplicemente, se ne manca uno o non funziona, non funziona la macchina e non è possibile servirsene per ottenere uno scopo, che sia viaggiare, scrivere un pezzo od acquisire un reddito!

Nel nostro caso, il (buon) marketing è ciò che consente di generare vendite e solo il (buon) marketing può riuscirvi: tutte le altre azioni – dal passaparola all'offerta di campioncini gratuiti, dal volantinaggio alle ospitate in casa altrui e qualsiasi altra cosa la fantasia suggerisse – possono ottenere delle vendite occasionali, la successiva fortuita fidelizzazione di un cliente o che un cliente decida di "provare" a collaborare con l'amico, il parente o chi per loro, ma tali risultati dipenderanno da un insieme variabile di fattori non direttamente e rigorosamente controllabili, che è l'esatto contrario di ciò cui mirino le (buone) strategie di marketing ed un approccio professionale e scientifico all'attività di Network Marketing.
In passato, ciò ha reso possibile che imprenditori attenti alle esigenze ed ai sogni dei potenziali clienti riuscissero ad imporre sui mercati prodotti non qualitativamente eccelsi, talvolta discutibili sul piano etico e dell'impatto ambientale, ma sicuramente in grado di comunicare un'immagine vincente dell'impresa e degli utilizzatori: pensiamo al sistema operativo impostosi su scala planetaria, alla nota bevanda gasata, alle più affermate griffes di moda; sono sicuro che, sebbene non stia facendone espressamente i nomi, tutti abbiate compreso a cosa mi riferisca!

Nel prossimo post, affronterò un tema affine e di cui si è tornati a dibattere vivacemente negli ultimi tempi: spiegherò perché tale pratica non vada ritenuta illegale, come valutare un'opportunità di business e cosa fare per avere successo, avvantaggiandosi dell'autoconsumo nel Network Marketing.

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