06 ottobre 2018

Network Marketing e nuovi corsi di laurea


network marketer vendita diretta curriculum vitae et studiorum
Il fenomeno dei cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) non riguarda, ovviamente, solo l'Italia, ma nel nostro Paese è divenuto particolarmente significativo, specie a seguito della crisi sistemica indotta dal 2008 in poi (dati OCSE): i giovani che rifiutino di studiare, riqualificarsi professionalmente o ricercare attivamente un'occupazione sono quelli che non assegnino più valore ai modi in cui la realizzazione di sé sia stata tradizionalmente perseguita e che, d'altro canto, non possano tutti assurgere alla fama mediatica nonostante siano presenti sulle piattaforme sociali; nella società contemporanea sono nate, e soprattutto sono state presto mitizzate, figure come quella dell'influencer o dei blogger (fashion o food blogger sono divenute le etichette più desiderabili ed abusate), tuttavia, il fatto di parlare tutti delle stesse cose e pretendere di far credere ad una vita fatta solo di set fotografici e partecipazioni ad eventi esclusivi, in realtà ha reso migliaia e migliaia di giovani nient'altro che ingenui epigoni di quei pochi che, sfruttando le risorse della rete in maniera originale quando ancora si potesse fare, hanno rivelato autentica creatività e di meritare la risonanza che abbiano acquisito i loro nomi (si pensi a Chiara Ferragni su Instagram, Mariano Di Vaio, Clio Zammatteo col suo blog sul make up donde un programma di successo su Real Time!). Sarebbe magnifico se tutti riuscissimo ad esprimere la nostra individualità e non ci arrendessimo alla divisione manichea tra cultura e vita reale: la cultura tornerebbe allora a differire enormemente dal nozionismo e dall'uso utilitaristico che si venga addestrati a farne per conquistare un posto di lavoro, vivere per lavorare, consumare, morire quando non si sia più in grado di adempiere ai soli compiti che sembrino essere utili da ricoprire! Peraltro, proprio l'OCSE ha raccomandato al nostro Paese "un radicale cambiamento ed un drastico miglioramento degli istituti di formazione professionale e delle università, che devono essere al centro di una strategia per creare e valorizzare le competenze di cui l’economia ha bisogno” (la Scuola soprattutto e l'Università, tuttavia, dovrebbero curarsi dello sviluppo psicologico e morale degli studenti prima ancora che mirare a farne dei tecnici adeguati alle richieste delle imprese) negli stessi anni in cui cresceva il numero dei giovani che concludessero che, se non serve a trovare lavoro, tanto vale non studiare (naturalmente, si parla di giovani per lo più provenienti da ambienti sociali svantaggiati e famiglie multiproblematiche che, finché ci siano andati, abbiano frequentato la scuola in maniera discontinua e riportando pessime votazioni, facilmente traviabili, poco od affatto resilienti)!

In alcuni dei precedenti post, ho evidenziato degli autori abbiano predetto la
fine del capitalismo in capo a pochissime generazioni e l'affermazione delle cosiddette aziende – piattaforma, cioè, che si avvererà ciò che l'economista Jeremy Rifkin definisce produzione a costo marginale zero: ciò presupporrebbe il passaggio da una società capitalistica in cui le cose andassero possedute per potersene servire ed anche rivelare il proprio status socioeconomico, ad una società basata sulla sharing economy, in cui le cose potrebbero essere poste in condivisione per quando concretamente dovessero servire ai singoli individui, i quali necessiterebbero di esprimere compiutamente soft skills per rimanere attivi all'interno di un mercato del lavoro estremamente complesso e dinamico (relativamente al settore della produzione industriale, è scontato che il lavoro umano diverrà completamente sostituibile da quello dei robot).
Scrissi ch'io non ritenga possibile la diffusione dell'economia della condivisione su scala globale e l'autoproduzione di tutto ciò che necessiti per vivere (potrei decidere di autoprodurre energia elettrica, ma, ad esempio, avrei sempre bisogno che qualcuno producesse preliminarmente i pannelli fotovoltaici!), né, ad esser sincero, demonizzo il possesso delle cose: certo, non apprezzo che se ne accumulino troppe e se ne divenga schiavi, ma, insieme al processo che mi porti ad ottenerne, lo vivo quale espressione delle mie capacità e del mio valore e nel desiderarne che rendano la mia vita più confortevole e soddisfacente rinvengo la motivazione a migliorare me stesso per lavorare meglio e potermene circondare!
Sarò pessimista, ma, pur non negando che all'apparenza la società sembri divenire sempre più giusta, penso che il potere rimarrà prerogativa di oligarchi in grado di determinare pienamente le scelte delle masse nello stesso tempo in cui esse coltiveranno l'illusione di star progressivamente edificando un mondo migliore.
Ho l'impressione che avverrà il passaggio da una società in cui fosse almeno concesso di possedere delle cose ad una società in cui sarà sadicamente consentito di barattarne soltanto ed in più le masse saranno programmate a credere che le risorse naturali scarseggino, i cambiamenti climatici siano drammaticamente irreversibili ed esigano che talune multinazionali brevettino ed impongano su scala mondiale delle sementi più performanti di quelle naturali, occorra imporsi una vita di privazioni per posticipare almeno il momento in cui la situazione precipiterà, mentre si potrebbe essere educati a confidare nel bene e nell'abbondanza (personalmente, mi sono completamente liberato dei pensieri angustianti trasmessimi durante i miei lunghissimi anni di militanza nel campo del volontariato ambientalista: un'autentica deprogrammazione che ora mi lascia vivere sereno).
La fine del capitalismo preconizzata da taluni autori, a mio avviso, non è né scontata, né garanzia del fatto che l'uguaglianza sociale ed economica potranno affermarsi ovunque; sebbene si venga addestrati a credere che dall'economia della condivisione possa derivare una società più felice e solidale in cui a tutti vengano dunque garantite condizioni di vita decorose, io non posso evitare di pensare che abituarci a desiderare meno cose, la proprietà privata come un male e demonizzare il denaro nel mentre si proceda a renderlo esclusivamente elettronico apparentemente perché più comodo, siano dei modi per accrescere la nostra fragilità anziché il benessere; una maniera efficace per legare un senso di colpa al desiderio di possedere cose belle e funzionali e che potessero arricchire anziché impoverire l'espressione della nostra personalità e tutto ciò al solo scopo di renderci più facilmente acquiescenti di quanto non fossimo quando invece serviva che comprassimo i beni ed i servizi delle multinazionali affinché i loro padroni si arricchissero e potessero sfidarsi in Borsa sulla nostra pelle.

Il Network Marketing è ancora aborrito dalla gran parte di coloro che dichiarino di aver bisogno di lavorare e che sarebbero disposti a svolgere
qualsiasi lavoro purché serio, specie in Italia: non solo è quasi sempre sdegnosamente rifiutato poiché comporta attività di vendita, ma è tuttora quasi sempre associato alla vendita di prodotti dai prezzi esageratamente alti che possano consentire il pagamento delle provvigioni agli upliner ed alla necessità di reclutare continuamente nuovi iscritti che possano cominciare a fare altrettanto e, teoricamente, si ritrovassero però presto a non poter iscrivere altre persone per esaurimento della popolazione mondiale (mi capita ancora di leggerlo in certi forum infestati da coloro che abbiano tentato senza successo di diventare Network Marketer e trascorrano il tempo a denigrare il lavoro altrui svolto con razionalità ed irreprensibilità).
Diretta conseguenza di ciò, è l'idea che le attività di vendita ed iscrizione alle reti di vendita debbano avvenire in un vuoto normativo che renda possibile qualsiasi scelleratezza ai danni di coloro che sarebbero disposti a svolgere
qualsiasi lavoro purché serio ma soprattutto amino vittimisticamente indulgere nel pensiero di una lotta continua tra il bene ed il bello che potrebbero esprimere se solo vivessero in una società giusta e coloro che cerchino solo di sfruttare biecamente il prossimo (particolarmente vero per quanti si dolgano di non aver ancora trovato il lavoro per cui abbiano studiato, per lo più improponibilmente "fisso" in un'epoca in cui siamo programmati a pensare che tutto debba essere fluido, continuamente ridefinibile, nel lavoro come per qualsivoglia altro aspetto identitario personale o comunitario).

Diveramente da quel che si creda, non solo in Italia esiste
una legge che disciplina l'attività degli Incaricati alle vendite – L. 173/'05 – ma gli aspetti economici, giuridici e sociologici legati all'attività del Network Marketer sono stati ricorrentemente analizzati da parte di studiosi indipendenti a partire circa da vent'anni fa, come pure esistono Network Marketer che utilizzano proprie conoscenze dirette di talune discipline riconosciute scientifiche per descrivere i fenomeni ed i comportamenti cui quotidianamente assistano: nel mio caso, ad esempio, la mia formazione psicologica mi consente di comprendere molto bene quali siano le leve motivazionali che spingano molti ad interessarsi del Network Marketing e le ragioni per cui moltissimi abbandonino però l'attività sentendosene assolutamente delusi e frustrati.
L'emanazione di una legge, così come la possibilità di iscriversi ad associazioni che raccolgano le Aziende che attuino il Network Marketing oltre che la vendita diretta, l'obbligo di notificare al Ministero della Salute gli integratori alimentari che si pongano in commercio e qualsiasi altro adempimento reso possibile od obbligatorio nel corso del tempo non hanno suscitato polemiche da parte delle Aziende serie, che hanno anzi riconosciuto in tutto ciò non solo la sacrosanta possibilità di salvaguardare la salute dei consumatori, ma anche quella di
tutelare gli interessi degli stessi produttori, distributori, addetti ai lavori a vario titolo.
Il Network Marketing era ritenuto all'epoca un fenomeno quasi ignoto nel nostro Paese, perciò, si riconosceva venisse utilizzato molto al di sotto delle sue potenzialità, cioè, che non concorresse ad elevare il tasso occupazionale nella misura in cui avrebbe potuto farlo e, soprattutto, che ancora troppe aziende non guardassero ad esso come ad uno strumento di marketing più efficace dei canali tradizionali (stampa, canali televisivi all'epoca esclusivamente generalisti, telefono, cataloghi da inviare al domicilio dei richiedenti...) od internet (cui quasi nessuno era ancora connesso) per vendere prodotti o servizi che rischiassero di saturare presto ogni nicchia di mercato.
Di fatto, il Network Marketing presuppone un criterio di distribuzione diverso da quello tradizionale, ossia, l'
esclusione dei tradizionali intermediari tra Aziende produttrici/erogatrici di prodotti/servizi e Clienti a favore di coloro che si affiliino ad un network: ciò sconvolge tutto il resto, ad esempio, il tipo di prodotti/servizi che debbano essere resi disponibili, il target cui ci si possa rivolgere ed i prezzi che possano essere praticati; le Aziende che adottino il Network Marketing, ad esempio, devono necessariamente distribuire prodotti di largo consumo, non facilmente deperibili ma che richiedano di essere continuamente riacquistati, di piccole dimensioni, ma sopratutto qualitativamente buoni, se non addirittura eccelsi, affinché significativamente si possano distinguere rispetto a quelli reperibili attraverso i canali tradizionali (che magari contengano un ingrediente esotico in grado di catturare l'attenzione dei potenziali clienti, ma soprattutto di comprovata o comprovabile efficacia terapeutica od appetibilità che giustifichino un prezzo maggiore rispetto a quelli del supermercato).
Prodotti di qualità superiore cui vadano ad aggiungersene di altrettanto eccelsi nel tempo in numero non eccessivo ma con regolarità, dunque, sono alla base di un buon posizionamento iniziale sul mercato che possa perfino migliorare e della possibilità di remunerare competitivamente gli iscritti ad un network rispetto a coloro che svolgano individualmente attività di vendita diretta; bisogna inoltre precisare il costo di adesione ad un network sia generalmente estremamente contenuto, poiché, diversamente da quel che accada nel caso delle iniziative piramidali, essi non mirano a realizzare introiti elevati nel breve termine a discapito di coloro che ingenuamente vi s'iscrivano, piuttosto a realizzare le condizioni perché gli affiliati possano rimanervi per un tempo indefinito traendone vantaggi sul piano della formazione, delle relazioni interpersonali ed economici.
Un Network Marketer può poi rivolgersi ad un bacino d'utenza potenzialmente immenso, poiché non è tenuto ad operare entro precisi ambiti territoriali: si potrebbe anzi dire i confini assumano una connotazione sociale più che spaziale, nel senso possano essere coinvolte nell'attività anche persone che vivano molto lontane da sé ma conoscibili attraverso un'attenta profilazione dei target dei propri annunci pubblicitari o di un incessante networking che consenta di ovviare alla scarsa numerosità e ad altre caratteristiche limitanti iniziali delle personali cerchie di influenza nella maggior parte dei casi.


Stante quanto scritto finora, ciò che nettamente differenzia il Network Marketing dalla Vendita diretta è la possibilità, offerta agli Incaricati alle vendite che in più aderiscano ad un network, di costituire una propria rete di vendita sponsorizzando dei downliner: da ciò consegue che si percepiscano sempre provvigioni derivanti dalla vendita diretta, ma si possano percepire anche quelle derivanti dalle vendite dei downliner posizionati lungo numeri variabili dei livelli di profondità delle downline. Una downline non è altro che una sorta di organigramma aziendale riferibile, però, ad ogni singolo iscritto ad un network cui sia consentito di creare una propria rete di vendita, le cui dimensioni dipendono esclusivamente dalla capacità reclutatoria di ogni singolo autoimprenditore!
Tale carattere distintivo del Network Marketing determina ulteriori vantaggi rispetto alla mera vendita diretta: i Network Marketer non sono costretti ad esercitare eccessiva pressione sui clienti che abbiano già acquisito affinché reiterino regolarmente gli acquisti, col rischio di stressarli e perderli anziché conservarne la fiducia e motivarli ad iniziare o proseguire il "marketing del passaparola" a loro beneficio; come spiegato poc'anzi, alle provvigioni che derivino dalla vendita diretta si sommano quelle derivanti dalle vendite dei propri downliner e quanto più aumenti il loro numero, tanto più è possibile affrontare con rilassatezza un'eventuale crescita lenta ma costante della propria rete di vendita. Peraltro, ognuno resta sempre libero di decidere quanto impegno profondere nell'attività, sia in termini di risorse temporali che economiche e ciò praticamente
riduce a zero il rischio d'impresa (il Network Marketer non è un distributore - non compra e rivende i prodotti derivandogliene degli obblighi fiscali ed il rischio di ritrovarsene troppi invenduti -, piuttosto, è una sorta di promoter, un intermediario fra l'azienda ed il cliente finale, e la proprietà dei beni passa direttamente dall'una agli altri); naturalmente, rispetto ad un semplice agente di commercio, un Network Marketer deve possedere quelle capacità imprenditoriali che possano consentirgli di costituire e progressivamente accrescere un gruppo di lavoro in cui tutti possano inizialmente trarre vantaggio dalle pregresse esperienze dello Sponsor ed a tempo debito, riceverne la delega ad occuparsi di coloro che non potrà più seguire personalmente. Resta altrettanto inteso che tutti coloro che facciano parte d'una specifica rete di vendita possano acquisire le più alte qualifiche previste dal piano di marketing: gli investimenti in termini di risorse temporali ed economiche di ogni affiliato certamente concorrono all'avanzamento di carriera dello Sponsor, ma quest'ultimo è ugualmente tenuto a generare personalmente un volume di vendita affinché possano ulteriormente progredire nello scalzamento delle qualifiche i suoi upliner e così via dal basso verso l'alto lungo le "generazioni" in maniera tale che l'intrapresa dell'avventura imprenditoriale risulti vantaggiosa per tutti ed il rischio imprenditoriale non sia invece concentrato su di un'unica persona che osi avviare un'impresa e debba poi curarsi dei dipendenti che vogliano parassitarne uno stipendio come tradizionalmente avvenga in cambio del minor impegno possibile! In particolare, numerosi piani di marketing prevedono la cosiddetta differenza imprenditoriale, cioè, che se non si mantiene una qualifica superiore a quella dei propri affiliati ed essi raggiungono lo stesso livello di qualifica, si perdano i guadagni su di loro e su tutta la loro struttura: sebbene un tempo preferissi utilizzare i piani di marketing che non la prevedessero, oggi l'apprezzo e ne difendo l'utilità: essa concorre a mantenere elevata la motivazione ad impegnarsi nell'attività di ogni Network Marketer molto più di quanto non avvenga allorché si utilizzino le matrici forzate e lo spillover e coloro che entrino a far parte di un network quasi invariabilmente, credendosi più furbi dei predecessori, si pongano in parassitaria attesa della caduta dall'alto di ulteriori iscritti! Il Network Marketing non è adatto a coloro che vogliano giocare d'astuzia e nemmeno sappiano farlo, quanti siano convinti che l'onere della proseguibilità dell'impresa vada demandato ad altri ed a sé debba unicamente competere avvantaggiarsi della sua profittabilità!
Il Network Marketing, basato sull'autoimprenditorializzazione della rete di vendita, semmai, è adatto a coloro che assegnino valore alla colleganza ed alla socialità e, lato clienti, quanti coi propri acquisti desiderino "
aiutare il prossimo", cioè, sostenere gli sforzi di coloro che, attorno a sé, rispondano coll'autoimprenditorializzazione all'esclusione dal mercato del lavoro magari a causa della chiusura d'una piccola impresa che non potesse più essere tenuta in esercizio e li abbia lasciati senza lavoro ed impossibilitati ad ottenerne uno nuovo non per mancanza di capacità, ma per una mera questione anagrafica: ogniqualvolta si accordi fiducia ad un Network Marketer, in effetti, si concorre al benessere di un lavoratore e spesso della famiglia che debba mantenere col suo lavoro, diversamente da quel che sia massicciamente accaduto nel tempo spostando i consumi dalle piccole attività commerciali, che costituissero luoghi di aggregazione sociale oltre che di vendita, ai centri commerciali dapprima ed online in seguito, naturalmente venendone ricambiati con delle consulenze altamente personalizzate e performanti.

Fin dall'epoca in cui muovevo i primi passi in rete, mi è stato offerto numerose volte di "aprire un centro commerciale tutto mio" ed ammetto vi abbia provato in un paio di occasioni, ma i risultati sono stati decisamente deludenti e col senno di poi, posso dire che le ragioni per cui tali iniziative non diano i risultati attesi siano perfino banali: anzitutto, ogniqualvolta l'internauta medio debba effettuare degli acquisti online tende a visitare un sito che già conosca e sappia essere affidabile (Amazon, Ebay, quello che maggiormente stia facendo pubblicità in televisione in un dato periodo...), inoltre, spesso è anche molto pigro e non accetta di compiere alcuni passaggi intermedi indispensabili per ottenere cashback (per assurdo che possa sembrare, so di molte persone che si iscrivono a tali piattaforme, ma non utilizzano mai il servizio perché si "scocciano" a transitare da un sito prima di raggiungere quello da cui concretamente effettuare l'acquisto di un bene o servizio!). Di fatto, ottenere un "sito vetrina" come quelli che a me fossero sembrati belli e mi sia stato fatto credere che avrebbero raccolto ordini incessantemente, significa nulla più che ottenerne uno identico a migliaia di altri che vengano messi online nello stesso periodo e magari ritrovarsi a non sapere neanche come promuoverne la conoscenza in rete: ricordo che i sedicenti esperti di internet marketing facessero inserire degli annunci in quei siti in cui se ne potessero trovare d'ogni tipo e, quando siano nate le piattaforme sociali, c'abbiano richiesto di pubblicarne a migliaia nei gruppi (pratica assolutamente tediosa quanto inutile, oltre che contraria alle regole!), ed in compenso omettessero di spiegarci non solo come si potesse ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca, ma prima ancora cosa fosse l'indicizzazione di un sito!
A parte tali considerazioni di natura tecnica, comunque, mi sono presto disaffezionato a tali iniziative perché, sebbene dovesse passare il messaggio che fare acquisti online sia estremamente conveniente, quasi invariabilmente risultava vero l'incontrario: per "azzerare" le spese di spedizione, ad esempio, avrei sempre dovuto raggiungere determinate "soglie minime di acquisto" che, praticamente, mi avrebbero portato a spendere molto più di quanto avrei fatto visitando un negozio fisico e limitandomi a mettere nel carrello esattamente ciò che mi servisse e nulla più!
In questi casi, avrei concorso ad un'esasperazione del modello di consumo capitalistico consentendo però a qualcuno di utilizzare un richiamo alla sharing economy quale specchietto per allodole con cui obnubilare il mio spirito critico, imbrigliarmi in un dato circuito commerciale, limitare la scelta di beni o servizi a quelli delle aziende che scegliessero di farne parte, anziché poterne estendere la ricerca fino a scovare altrove quelli realmente più economici od innovativi!
Quanto alla possibilità di costituire "una propria community del risparmio", ogni volta sarebbe occorso che la numerosità divenisse elevatissima per conseguire dei sia pur minimi guadagni, ma tenuto conto di quanto sia difficile convincere le persone ad aderire ad un network già quando ne valga la pena, ho preferito continuare a concentrarmi su quelle poche che conoscessero la mia pregressa attività di Network Marketer e fossero disponibili ad impegnarsi all'interno di reti di vendita già collaudate e concretamente profittevoli!

Una variabile che abbia significativamente concorso al successo del Network Marketing nel Mondo è certamente stata la possibilità di operarvi
indipendentemente dal proprio curriculum vitae et studiorum: molti Network Marketer hanno potuto raggiungere il benessere economico pur non avendo preliminarmente seguito un regolare corso di studi, ma lavorando con costanza ed impegno al raggiungimento di obiettivi ambiziosi che grazie ad un metodo di lavoro assolutamente meritocratico divenissero perseguibili anche da parte loro; naturalmente, una forte autostima unita a buone capacità di leadership, gestionali ed organizzative, spesso apprese in precedenti occupazioni, costituiscono un vantaggio competitivo iniziale rispetto a coloro che debbano investire tempo e denaro nella propria formazione, ma, lo ribadisco, in linea di principio nulla è davvero mai precluso a quanti vogliano cimentarsi in quest'ambito migliorando se stessi! Puntualizzato ciò, spiegare come avvenga la formazione degli iscritti ad un network resta piuttosto complesso: nel'immaginario collettivo, la formazione ricevibile in un'azienda che pratichi il Network Marketing corrisponde alla partecipazione alle chiassose convention che si tengano negli hotel in un clima di tale esaltazione euforica collettiva da farle sembrare dei sabba anziché occasioni per perfezionare le tecniche di comunicazione e vendita e reciprocamente avvantaggiarsi delle esperienze raccontate dai colleghi di altre linee; ho partecipato numerose volte a tali incontri, ricavandone l'impressione che una meticolosa orchestrazione di interventi sul palco, visione di filmati, ascolto di musica a volume altissimo, applausi scroscianti quanto ricorrenti e molto altro ancora dovesse servire ad elevare altrettanto la motivazione di coloro che ancora non stessero ottenendo i risultati sperati e quanti ancora non ne facessero parte ad aderire al network di turno, salvo non potersi mantenere così elevata per un tempo talmente lungo da cambiarne davvero le sorti esistenziali ed economiche fatto ritorno nel più noioso ma soprattutto duro mondo reale! Specie in America ed in passato, si assegnava notevole valore a questo tipo di eventi all'interno di cosidette aziende atomizzate, ossia, quelle che non portassero propri dipendenti a lavorare stabilmente in luoghi fisici come gli uffici, ma si avvalessero della collaborazione di un numero elevato di persone nei luoghi più disparati e ricorrentemente li riunissero per presentare loro le novità riguardanti i prodotti od i servizi offerti, premiare i risultati ottenuti dai più intraprendenti, ottenere che una sorta di coesione interna alle aziende continuasse ugualmente ad esistere e tutti potessero sentirsi fieri di farne parte, determinarne il successo e ripercorrere le orme dei padri fondatori, quasi invariabilmente considerati talmente ammirabili per genialità, ardimento e spirito imprenditoriale da non poter più esser considerati umani ma assimilabili a figure mitologiche (in America, perfino le lodi al Signore sono rese in maniera spettacolarizzata durante quegli eventi cui partecipino gruppi numerosissimi di fedeli che cantino, si muovano al ritmo della musica, si lascino travolgere dalle parole dei predicatori, spesso mentre le telecamere riprendano ciò che avviene a favore dei telespettatori: è per loro culturalmente accettabile molto più di quanto lo sia ancora oggi per noi!).
In definitiva, l'attività di Network Marketing è anzitutto fondata sul mantenimento di un'elevata motivazione a trarne circolarmente dei vantaggi, ma soprattutto occorre che rimangano elevate quella fredda ed intrinseca: che le aziende ineludibilmente prevedano un sistema di qualifiche ed incentivi a raggiungerli (spille, attestati, cerimonie di premiazione...), e che i valori aziendali siano espressi nel codice etico cui sia richiesto di aderire, è necessario ma assolutamente non sufficiente affinché gli incaricati alle vendite sviluppino un metodo di lavoro efficace ed efficiente ed ulteriormente trasmissibile ai downliner.
E dunque opportuno richiedere il rispetto di determinati valori, esigere da coloro che intendano far parte di un'azienda un comportamento etico, ma sarebbe sempre ancor più importante che le aziende curassero con zelo la formazione dei propri
incaricati alle vendite quali clienti interni che non dovessero decidere di allontanarsene: l'esperienza ed i dati statistici, invece, rivelano che a fronte di un numero elevatissimo di persone che scelgano di aderire ai vari network di vendita, moltissimi decidano di fuoriuscirne delusi; quanto meno, ciò dimostra si possa fuoriuscirne facilmente, diversamente da quel che accadrebbe se si fosse entrati a far parte di sistemi piramidali che avessero richiesto investimenti economici onerosi e si dovesse tentare di rifarsene con ogni mezzo prima di gettare la spugna! Pur avendo fatto parte di numerosi network di vendita, ricordo che solo in pochissime occasioni sia stato richiesto agli affiliati quale fosse il loro grado di soddisfazione attraverso strumenti appositamente approntati, ad esempio, questionari somministrabili via email od interviste semistrutturate le cui risposte dovessero poi essere rielaborate anonimamente: rammento altresì che quando ciò sia accaduto abbia accolto molto favorevolmente tali iniziative, sentendomi gratificato del fatto un'azienda cui avessi accordato fiducia s'impegnasse, a sua volta, a rendere profittevole la mia permanenza al suo interno.

Nel 2015, l'Università francese Paris – Est Créteil Val de Marne (UPEC) e la
Fédération de la Vente Directe (FVD) hanno avviato il primo corso di Laurea in Europa riguardante il Network Marketing e la Vendita diretta, denominato: Laurea in Marketing and Management in Direct Selling, in cui è previsto che docenti universitari e manager di importanti aziende nel campo della Vendita diretta e del Network Marketing, membri della FVD, si alternino nell'insegnare economia, comunicazione e tecniche di team building specifiche per questo settore affinché i neo laureati riescano poi ad ideare le azioni commerciali più utili allo sviluppo delle aziende predette (semplificando, si potrebbe dire che un moderno Network Marketer debba sviluppare capacità di vendita avanzate, ma pure che ad esse debba aggiungersi quella di trasferirle a coloro che entrino a far parte della sua downline!).
Quanto all'Italia, anche nel nostro Paese sono state avviate iniziative di formazione in ambito accademico idealmente riservate a coloro che già svolgano la professione di Network Marketer ed abbiano magari acquisito le più significative qualifiche previste dai piani di marketing di riferimento: questo perché si prevede che tale professione rivelerà nel tempo ampi margini di crescita; come nel caso del corso di laurea erogato in Francia, alle lezioni cattedratiche dei docenti si alternano quelle degli operatori di settore all'interno di network nazionali ed internazionali.

Il Network Marketing
, dunque, è considerato anche in ambito accademico una valida opportunità lavorativa, specie in un'epoca in cui si fatichi moltissimo a trovare lavoro a tempo indeterminato, naturalmente a condizione che si venga addestrati a svolgerla durante un percorso di formazione che preveda il trasferimento ai discenti di specifiche conoscenze ed una puntuale verifica del loro apprendimento; non solo si fatica a trovare lavoro, ma chi ne ha uno non vede crescere la propria retribuzione nella misura attesa e con costanza, non riesce ad accumulare risparmi e fatica a soddisfare i requisiti sempre più onerosi richiesti per il pensionamento, senza contare il fatto il sistema capitalistico abbia abituato diverse generazioni ad ottenere credito, e credito al consumo, con eccessiva facilità rispetto a quella con cui possano ottenerlo le più giovani leve della società: sussistono le condizioni perché l'economia continui a ristagnare, s'impoveriscano sempre più sempre più ampie fasce della popolazione e possa sembrare che non si diano soluzioni a tali gravissimi problemi. Naturalmente, il Network Marketing non può costituire lo sbocco lavorativo congeniale a tutti coloro che necessitino di trovare un lavoro, ma per quanti vi siano portati costituisce un'ottima opportunità da cogliere, poiché sappiamo si tratti d'un'attività che può essere paragonata per profittabilità ad una tradizionale attività imprenditoriale senza però richiedere gli investimenti elevati che occorrano per aprire magari un negozio od avviare un franchising (senza dunque comportare rischio d'impresa); a dirla tutta, il Network Marketing permette non tanto e non solo di guadagnare bene, ma potenzialmente di giungere a guadagnare talmente tanto da poter cambiare radicalmente il proprio stile di vita ed in definitiva acquisire ciò che io amo indicare come autentico e durevole benessere personale e finanziario!
E' un modello distributivo ma anche un modello d'impresa e consente a quanti siano in grado di costruire ed armonizzare reti sociali di passare dal ruolo di venditore a quello di imprenditore che sfrutti appieno il potenziale della duplicazione: le entrate passive progressivamente migliorano la vita di coloro che scelgano di dedicarsi seriamente al Network Marketing e slegano due concetti tradizionalmente ritenuti inscindibili quali 'lavoro' e 'guadagno'!


Quel che vorrei, sarebbe aiutare i miei lettori a decidere se il Network Marketing possa essere loro congeniale, ma sicuramente non consiglierei a nessuno, nonostante questa sia l'epoca delle
specializzazioni istituzionalizzate e delle gratificazioni narcisistiche che ossessivamente si rincorrano anche per mezzo dei titoli di studio, di iscriversi ad un corso che "servisse" a diventarlo. Ho letto attentamente i programmi dei finora pochi corsi specifici di cui sia riuscito a venire a conoscenza: se, da un lato, può inorgoglire il pensiero che siano stati creati dei corsi di laurea che possano formare all'esercizio d'una professione ancora bistrattata da troppe persone ma che personalmente abbia sempre reputato assolutamente dignitosa e potenzialmente remunerativa come poche altre, dall'altro non ho individuato contenuti talmente originali da non poter essere acquisiti autonomamente attraverso dei semplici libri od i colleghi più anziani che si prestassero a fare formazione all'interno dei vari gruppi di lavoro (ma soprattutto i libri!); personalmente, se dovessi decidere di iscrivermi ad un corso riservato ai Network Marketer od aspiranti tali, lo farei allorché il piano di studi anzitutto prevedesse l'insegnamento di poche discipline, perché anche ai tempi della mia formazione universitaria in psicologia, per esempio, ho teso a focalizzarmi su quei modelli teorici e quegli oggetti di studio che concretamente suscitassero il mio interesse e pensassi che avrei potuto applicare in futuro nell'esercizio della professione, anziché redigere un piano di studi che unisse le discipline più disparate ma non portasse a conoscerne bene nessuna, e siccome riconoscevo pure che, se anche mi fosse stata impartita una buona preparazione teorica, mi sarebbe mancata la pratica, ho contemporaneamente seguito dei corsi di formazione professionale che fossero quanto più possibile congruenti con ciò che studiassi all'università ma mi portassero anche concretamente a contatto con dei 'casi' di cui dovessi occuparmi e relativamente ai quali dovessi proporre dei progetti d'intervento i cui risultati potessero essere misurati!
Mi congratulo, dunque, con quanti già lavorino come Network Marketer, ma soprattutto mi rivolgo a coloro che vorrebbero provarci: questo potrebbe essere il momento adatto per farlo, magari sotto la mia guida! Quale collega più esperto, avrò piacere di insegnare a coloro che riconoscerò determinati a raggiungere il successo come poterlo fare sfruttando uno degli aspetti più straordinari del Network Marketing: offrirne l'opportunità a chiunque, indipendentemente dalle pregresse esperienze di vita e lavorative, senza che un passato magari difficile continui a determinare un presente insoddisfacente e precluda il benessere personale e finanziario per il futuro; farò ciò nel solo modo che possa risultare vincente in questo splendido lavoro, cioè, con generosità: quella generosità resa possibile dalla consapevolezza che il proprio successo dipenda da sé e giungerà indipendentemente da quanti vorranno subito cavalcarne l'onda, ma farlo insieme accorci i tempi, riduca la fatica, insegni ad ognuno il valore della collaboratività e da tale insegnamento tutti possano trarre vantaggio. Network Marketing è moltiplicazione ed espansione delle libertà individuali nel mentre che ciascuno renda possibile l'affermazione di quelle altrui!

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