La ricerca dei lead (contatti commerciali) presuppone, anzitutto, una buona gestione del tempo: senza stare a riportare i dati non necessariamente coincidenti di svariate ricerche, è possibile dire che solo una minima parte delle ore trascorse lavorando corrisponda all'effettiva esecuzione di tali attività di ricerca e contatto dei lead, mentre durante la gran parte di esse si svolgano attività di tipo segretariale ed amministrativo; insomma, per la gran parte del tempo, ognuno di noi sarebbe costretto a compiere attività non realmente produttive (ed è il motivo per cui occorre imparare a ricercare, del tutto passivamente od in maniera semiautomatizzata, persone interessate ai propri prodotti o servizi oppure, all'attività di networking attraverso una lead generation: in tal modo, si invertirà il rapporto tra tempo dedicato alla gestione dell'attività e tempo impiegabile nella vendita o da poter dedicare ad attività che prescindano da quella lavorativa).
E'
possibile suddividere i clienti potenziali in tre categorie:
-
lead:
nominativi, ricavati dal database personale/aziendale, di potenziali
clienti;
-
inquiry:
potenziali clienti che abbiano richiesto informazioni tramite un
contatto (numero telefonico, indirizzo di posta elettronica) o
compilando apposito form online;
-
prospect:
sono i lead e gli inquiry che presentano potenziale significativo;
E'
importante ribadire che un evoluto Network Marketer dovrebbe imparare
a svolgere autonomamente l'attività di prospecting, mentre nelle
aziende tradizionali avveniva (ed ancora avviene) che la selezione
dei contatti venisse esternalizzata (cioè, affidata a consulenti
specializzati) o condotta attraverso il sistema di Customer
relationship management (CMR).
Il
database-clienti
predetto
è l'archivio delle informazioni concernenti i preesistenti clienti
aziendali, mentre il database
di mercato
contiene i dati relativi ai collaboratori potenzialmente validi e
puo’ essere integrato nel precedente.
Tradizionalmente, le richieste di informazioni sono state sollecitate attraverso una molteplicità di canali, quali cartoline preintestate allegate alle riviste e da rinviare al fornitore (inquiry), direct mail (opuscoli, oggi newsletter) ed anche le fiere: soprattutto queste ultime, pur consentendo di raggiungere un elevato numero di persone, comportavano il sostenimento di costi altrettanto elevati in rapporto ai singoli contatti; ora viviamo nell'epoca dei form di contatto all'interno dei siti web aziendali, dei cataloghi online e degli order entry. Non è possibile dimenticare, infine, il rafforzamento della brand equity, che può ottenere nuovi clienti, o richieste di informazioni da parte dei clienti già acquisiti, principalmente basata sul valore (reale o percepito/fatto percepire) del brand.
Tradizionalmente, le richieste di informazioni sono state sollecitate attraverso una molteplicità di canali, quali cartoline preintestate allegate alle riviste e da rinviare al fornitore (inquiry), direct mail (opuscoli, oggi newsletter) ed anche le fiere: soprattutto queste ultime, pur consentendo di raggiungere un elevato numero di persone, comportavano il sostenimento di costi altrettanto elevati in rapporto ai singoli contatti; ora viviamo nell'epoca dei form di contatto all'interno dei siti web aziendali, dei cataloghi online e degli order entry. Non è possibile dimenticare, infine, il rafforzamento della brand equity, che può ottenere nuovi clienti, o richieste di informazioni da parte dei clienti già acquisiti, principalmente basata sul valore (reale o percepito/fatto percepire) del brand.
Considerato
l’alto costo medio di una visita al cliente potenziale le aziende
tendevano, quindi, a selezionare i prospect - lead ed inquiry -
contattandoli precedentemente tramite posta, fax o direttamente al
telefono, ponendo loro una serie di quesiti per meglio comprendere la
loro vera potenzialità.
La migliore forma di contatto risultava essere quella telefonica; successivamente, dall'analisi delle risposte ricevute e dalla compilazione di elenchi scaturiva la suddivisione dei contatti in potenziali clienti ''bollenti'', ''caldi'' o ''freddi'' e si aggiornava il CMR con tali informazioni.
La migliore forma di contatto risultava essere quella telefonica; successivamente, dall'analisi delle risposte ricevute e dalla compilazione di elenchi scaturiva la suddivisione dei contatti in potenziali clienti ''bollenti'', ''caldi'' o ''freddi'' e si aggiornava il CMR con tali informazioni.
I
punti fondamentali che le aziende cercavano di analizzare (e che
anche operando esclusivamente online si devono analizzare) sono
relativi a:
- intenzione del cliente;
-
tempistica relativa alle sue necessità;
-
decision taking;
-
sforzo finanziario sostenibile per l’acquisto;
Da quanto scritto finora, emerge quanto fosse laboriosa e costosa in origine l'attività di prospecting e quanto potesse risultare dannoso per le aziende che i venditori fallissero nelle vendite o non effettuassero un opportuno follow up: occorreva dunque (e per le aziende che lavorino tradizionalmente occorre ancora) che i venditori venissero adeguatamente istruiti riguardo alle caratteristiche dei prodotti/servizi da proporre alla clientela (affiancandoli, quando necessario, con personale tecnico) e formati alla vendita, ideare un sistema di premi ed incentivi affinché potessero porsi obiettivi di vendita ambiziosi e perfino coinvolgerli nella progettazione e pianificazione dei programmi di prospecting.
Il quadro era poi completato dalla predisposizione di un servizio di supporto ai clienti, interno all'azienda, pronto a rispondere ad ogni specifica richiesta e/o problema evidenziabili dai clienti.
Il
processo di vendita è dinamico, adattivo, deve tener conto delle
sensazioni e delle emozioni che suscitino i clienti, ma si possono
distinguere per comodità tre modalità di vendita-tipo:
transazionale, consulenziale, imprenditoriale.
Vendita
transazionale
(semplice):
l'acquisizione dell’ordine avviene in un breve lasso di tempo, in
quanto il cliente sa cosa vuole, il prodotto/servizio che desideri
acquistare non è complesso e, date queste premesse, il tasso di
riacquisto è significativo; sostanzialmente, occorre accordarsi
esclusivamente sul prezzo e l'ordine avviene durante la prima visita
(compresa una eventuale prima visita ad uno shop online).
Vendita
consulenziale
(complessa): questa modalità di vendita attiene alla gran parte
delle aziende che distribuiscano prodotti col Network Marketing (ad
esempio, integratori alimentari); si eroga consulenza in maniera
professionale, ricercando quelle soluzioni che, nel tempo, possano
risolvere i problemi dei clienti e soddisfarne appieno le
aspettative, massimizzando il valore percepito di prodotti/servizi.
Solitamente, la prima visita ha uno scopo conoscitivo, serve ad
identificare i bisogni espliciti, ma soprattutto impliciti del
cliente e l'ordine arriverà – se arriverà – in seguito.
Il cliente è aiutato a comprendere le conseguenze dei problemi attuali, se non verranno risolti e, quindi, a valutare il rapporto tra costo dei prodotti/servizi e benefici ottenibili.
Il cliente è aiutato a comprendere le conseguenze dei problemi attuali, se non verranno risolti e, quindi, a valutare il rapporto tra costo dei prodotti/servizi e benefici ottenibili.
Vendita
imprenditoriale:
questa modalità di vendita, invece, non attiene al Network
Marketing, piuttosto aziende fornitrici e clienti che collaborino tra
loro, condividendo risorse e capacità complementari, derivandone
vantaggi per ognuna di esse.
Il processo di vendita non si esaurisce con la raccolta degli ordini, la consegna dei beni ordinati o la fruizione dei servizi da parte dei clienti, bensì, occorrerebbe tornare a visitarli per verificare la corretta consegna del prodotto, eventuali problemi, affidabilità del servizio post vendita, puntualità nei pagamenti (se rateizzati: naturalmente, non nel caso del Network Marketing) e, nel tempo, fare un audit sul valore venduto.
Da
tutte le visite a posteriori e da una analisi precisa dei ricavi e
del margine di guadagno, le aziende sono in grado di stabilire se
convenga continuare a servire specifici clienti.
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