29 luglio 2015

Indice finanziario e Network Marketing

E' verosimile che chiunque operi nel campo del Network Marketing abbia partecipato ad innumerevoli "serate di presentazione dell'attività", ossia, quegli eventi solitamente organizzati negli hotel durante i quali le opportunità commerciali vengano presentate ai potenziali nuovi affiliati delle Aziende ed i collaboratori che abbiano già acquisito le più importanti qualifiche previste dai piani di marketing testimonino come abbiano fino ad allora condotto l'attività, immancabilmente migliorando le proprie condizioni economiche e, talvolta, perfino riuscendo a ribaltare una situazione che fosse contrassegnata da debiti, prossimi pignoramenti e rischio di pubblico ludibrio!
E' altrettanto verosimile che quasi tutti, almeno qualche volta, si siano ritrovati a chiedersi come alcuni colleghi potessero essersi rivelati dei brillanti Network Marketer, considerate le apparenti scarse qualità: il bassissimo livello culturale (riflesso in un linguaggio incurante perfino delle più elementari regole grammaticali e sintattiche) e le limitate capacità cognitive sono generalmente compensate soltanto da altrettanto evidenti cupidigia ed incapacità di porsi obiettivi che n'elevassero lo spirito, anziché mirare all'acquisizione di beni materiali e, soprattutto, corrispondenti a status symbol da ostentare teatralmente; insomma, le compensazioni di norma avvengono soltanto sul piano quantitativo, anziché qualitativo!
Di fatto, non soltanto nell'ambito del Network Marketing, bensì, in qualsiasi altro settore esistono persone che guadagnano tanti soldi e godono di tali rendite cospicue, mentre tantissimi colleghi non riescono a fare altrettanto; ingenuamente, e molto più spesso maliziosamente, si può pensare che tali discrepanze dipendano da variabili non direttamente controllabili da parte propria, quali la fortuna e l'appartenza ad un ceto sociale che debba aver procurato opportunità per sé impossibili da cogliere. Quasi tutti, inoltre, pensano che la ricchezza debba necessariamente derivare dalla mancanza di valori, che maggiormente predisponga alcuni a compiere azioni moralmente reprensibili, quanto profittevoli: insomma, da un lato starebbero i disonesti, dall'altro, coloro che potremmo definire "buoni loro malgrado", incapaci di delinquere se anche fossero tentati di farlo e orgogliosamente calati nel ruolo di vittime della società e dei suoi cattivi costumi (riflettiamo sui modi in cui vengano descritti i politici - non se ne salverebbe uno! - e quanto i comuni cittadini amino sentirsene vittime, per non doversi mai soffermare a riflettere sui modi in cui ognuno possa sostenere clientelismo, malcostume, spregio del bene pubblico e dei diritti altrui e quant'altro con azioni determinate dall'egoismo anziché l'anelito alla felicità per tutti!); beninteso, le persone malvagie e disoneste esistono e sarebbe inaccettabile affermare l'incontrario, tuttavia, esistono anche quelle che riescono a raggiungere obiettivi economici davvero ambiziosi non rinunciando ad una condotta professionale improntata a principi etici e di deontologia professionale.
Secondo T. Harv Eker, la riuscita economica di chiunque dipende da ciò che definisce coefficiente finanziario (che risiederebbe nell'inconscio). Tutto dipenderebbe da "come pensi nei confronti della ricchezza, dei ricchi e dei soldi": insomma, essere intelligenti e colti, onesti e, teoricamente, in grado di svolgere appropriatamente una data professione non implica che, praticamente, non si faticherà lo stesso tantissimo ad affermarsi ed a raggiungere un reddito appropriato ad un buon tenore di vita.
Per assurdo che possa sembrare, esistono poi individui in grado di ridursi sul lastrico nonostante vincite esorbitanti ed altri ancora in grado di tornare ad essere ricchi dopo aver commesso errori che avrebbero irrimediabilmente rovinato i concorrenti: non importa cosa possa fortuitamente accadere od essere personalmente provocato allorché si diventi meno lucidi ed oculati del solito nella gestione dei propri affari, perché coloro che hanno un indice finanziario elevato saranno in grado di recuperare quanto perso in relativo breve tempo e con altrettanta relativa facilità, ma, soprattutto, inesorabilmente! Viceversa, se nell'inconscio esistono pensieri contrari alla ricchezza ed al denaro, il coefficiente finanziario sarà estremamente basso e ciò implicherà una vita, se non di stenti, di continui affanni economici e poche gratificazioni anche nei campi delle amicizie e delle relazioni interpersonali tout court, poichè - inutile aggiungere ipocrisia ad un indice finanziario basso! - la loro qualità dipende enormemente dalla rilassatezza con cui si possano affrontare gli impegni quotidiani e gli inevitabili imprevisti! L’indice finanziario, insomma, funziona come un termostato che, indipendentemente dai fattori citati poc'anzi, non consente sforamenti dal budget autoimposto: per esempio, se inconsciamente un individuo non desiderasse guadagnare più di millecinquecento euro al mese (stipendio medio di un operaio/impiegato), qualsiasi cosa facesse per discostarsi da quella cifra fallirebbe, giungendo perfino ad autosabotare quelle iniziative che potessero rivelarsi più redditizie.
Di seguito, posto i cosiddetti file della ricchezza (cioè, i diversi convincimenti riguardo ad essa di ricchi e poveri ed i modi in cui gestiscano il denaro); ognuno di noi dovrebbe chiedersi: Come mi pongo, io, rispetto a questo file?

1 "Le persone ricche pensano: io creo la mia vita. Le persone povere pensano: la mia vita mi accade";
2 "I ricchi giocano al gioco dei soldi per vincere. I poveri giocano al gioco dei soldi per non perdere";

3 "I ricchi si impegnano ad essere ricchi. I poveri vogliono essere ricchi";

4 "Le persone ricche pensano in grande. Le persone piccole pensano in piccolo";

5 "Le persone ricche si concentrano sulle opportunità. Le persone povere si concentrano sugli ostacoli";

6 "I ricchi ammirano le altre persone ricche e di successo. I poveri sono maldisposti nei confronti delle persone di successo";

7 "I ricchi frequentano delle persone positive e di successo. I poveri frequentano delle persone negative e che non hanno successo";

8 "Le persone ricche sono disposte a promuovere se stesse ed il loro valore. Le persone povere hanno un'opinione negativa della vendita e della promozione";

9 "Le persone ricche sono più grandi dei loro problemi. Le persone povere sono più piccole dei loro problemi";

10 "I ricchi sono estremamente ricettivi. I poveri sono scarsamente ricettivi";

11 "Le persone ricche scelgono di farsi pagare in base ai risultati. Le persone povere scelgono di farsi pagare in base al tempo";

12 "Il pensiero del ricco 'include'. Il pensiero del povero 'preclude'.";

13 "I ricchi si concentrano sul valore del loro patrimonio netto. I poveri si concentrano sul reddito del loro lavoro";

14 "I ricchi riescono bene nel gestire il denaro. I poveri riescono bene nel gestire male il denaro";

15 "I ricchi hanno i soldi che lavorano sodo per loro. I poveri lavorano sodo per i soldi";

16 "I ricchi agiscono anche se hanno paura. I poveri si lasciano bloccare dalla paura";

17 "I ricchi imparano costantemente e crescono. I poveri pensano di sapere già".


L'autore assicura che tali file, tratti dal suo libro "I segreti della Mente Milionaria", possano essere installati nella mente di chiunque si renda disponibile a migliorarsi, esattamente come si farebbe con dei software che potessero migliorare le prestazioni di un computer. Coloro che ne abbiano già frequentato i seminari, invece, assicurano che dovrebbe prendervi parte soprattutto chi ravvisi una sorta di classismo nel discriminare tra ricchi e poveri ed utilizzi forzatamente queste definizioni: tali individui, infatti, avrebbero un coefficiente finanziario basso e dovrebbero mirare a migliorarsi!
Gli ambiziosi obiettivi da raggiungere sarebbero, in termini più particolareggiati, modificare il proprio modo di gestire il denaro, eliminare i debiti, aumentare i risparmi (affinché ci si possa concedere quanto si desideri e si possano affrontare al meglio gli imprevisti), cominciare ad effettuare degli investimenti finanziari, creare stabilità e libertà nella propria vita. Gli acquisti più frivoli potranno poi avvenire senza sentirsene mai più in colpa, poiché frutto d'una attenta pianificazione!

Occorre prestare attenzione a cosa significhi "libertà finanziaria": non si tratta, infatti, d'un concetto che possa essere definito univocamente ed irreversibilmente; sostanzialmente, potremmo dire essa non coincida con l'accumulo spropositato di denaro (esempio che molti farebbero se interrogati al riguardo), nel senso che non sarebbe possibile definire univocamente nemmeno tale concetto: la quantità di denaro che io potrei ritenere più che adeguata per vivere bene, potrebbe sembrare insufficiente ad altri! Di fatto, "libertà finanziaria" significa disporre di denaro nella misura sufficiente a fare ciò che più si desideri (ad esempio, viaggiare o acquistare opere d'arte per diletto), senza doversi ulteriormente preoccupare di guadagnarsi da vivere.
Per quanto possa sembrare strano, l'essere multimilionari non implica necessariamente il contemporaneo essere finanziariamente liberi, poiché molti uomini d'affari hanno bisogno di continuare a lavorare per non ritrovarsi in serie difficoltà economiche (talvolta, di legiferare ad personam, ma questo, pur essendo valido anche per altri contesti, non l'ha mai dichiarato T. Harv Eker: è sovvenuto a me mentre redigevo il post con riferimento al nostro Paese!). In definitiva, la libertà finanziaria presuppone uno stile di vita appagante e non l'essere schiavi d'uno stile di vita!

T.Harv Eker, considerato uno dei più abili
business coach sulla scena internazionale, ritiene di poter predire il futuro economico di chiunque in pochi minuti: come? Sulla base dei diciasette file prima elencati, che, lo ribadisco, consentirebbero di analizzare esaurientemente il rapporto col denaro di ciascun individuo e decretarne margini di miglioramento o... non l'abbandono dell'impresa, bensì, la necessità di reimpostare l'indice finanziario per riuscire a raggiungere il successo e conservarlo in modo naturale ed automatico! In effetti, egli sostiene che, così come dobbiamo aver imparato da qualcuno la maniera di gestire il denaro (solo inefficacemente!), così possiamo imparare da qualcun altro a farlo in modo migliore ed eliminare tutti gli ostacoli che abbiano finora impedito di vivere la vita che si desiderasse (che, è bene rammentarlo, hanno natura precipuamente psicologica).
Serve solo stabilire il proprio obiettivo finanziario, dunque, lo stile di vita che si desideri... senza nemmeno cambiare lavoro! Serve solo decidere di farlo e non voltarsi indietro: si è ugualmente liberi di lasciare le cose come stiano, ma un'altra mente brillante – Albert Einstein – sosteneva non solo non si possano ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose, ma sia folle pensarlo!

Quale insegnamento può trarre un Network Marketer da quanto scritto finora? Si può, anzitutto, pensare al Network Marketing come ad un mezzo per distruggere il termostato immaginato prima: un mezzo che, democraticamente reso noto a chiunque, consentirà ad un certo numero di individui di scegliere quanto guadagnare (utilizzando un piano di marketing che ognuno valuti adatto a sé e gli dia modo di predire con affidabilità matematica i guadagni che potrà realizzare in base ai volumi di vendita generati personalmente e dai collaboratori che formerà all'eccellenza nella professione).
Il Network Marketing costituirà, dunque, un training al miglioramento di sé: imparare a vendere bene per poter migliorare ogni sfera della propria esistenza; il miglioramento della situazione finanziaria personale quale conseguenza di un superamento di pensieri limitanti che, progressivamente, potrà essere reso possibile a coloro che costituiranno la propria downline. Di fatto, uno degli aspetti più entusiasmanti del Network Marketing è proprio la possibilità - anzi, direi l'inevitabilità! - di migliorare le vite altrui mentre ci s'impegni per sé! Non è possibile aiutare gli altri a progredire quando occorra curarsi della propria sopravvivenza o, quanto meno, di conservare posti di lavoro sempre più rari (beninteso, nel mercato lavorativo tradizionale!): il Network Marketer che goda della libertà finanziaria, invece, sarà materialmente e psicologicamente in condizione di fungere da trainer al successo per un numero sempre maggiore di affiliati che andranno a popolarne la downline. Idealmente, la sponsorizzazione dovrebbe precipuamente procedere verticalmente, affinché ogni nuovo affiliato potesse fare affidamento su upliner sempre più competenti nell'erogazione della formazione all'attività quanto più procedesse verso l'alto nella ricerca dei propri mentori, rimanendo sempre elevata la motivazione ad operare bene, dunque, ottimale il funzionamento dell'organizzazione.

A proposito dell'attività di vendita, lasciamo la parola direttamente a T. Harv Eker (ovviamente, ne riporto il senso direttamente in italiano mutuando dai suoi seminari):

- Durante i miei seminari, chiedo: Quanti di voi non amano questa parola (la parola scritta sulla lavagna è 'vendere')? Molte persone alzano la mano ed io dico: Anche la mia mano è alzata, neanch'io amo la parola 'vendere'. E' una parola 'pesante', non è vero? Non v'è nulla di sbagliato in sé, tuttavia, suscita una cattiva impressione.
- Ecco un trucco: Non usate mai la parola 'vendere', preferitele la parola 'aiuto', intendendo: Non voglio venderti nulla, voglio solo aiutare il prossimo.
- Come guadagnate il denaro? Lo guadagnate risolvendo un problema per qualcuno. E' la sola ragione per cui la gente vi dà dei soldi. Non ricevete denaro perché sembrate belli.


- Fate qualcosa che aiuti più persone. Mantenetevi all'interno d'una nicchia, ma fate qualcosa che aiuti le persone e dite loro come potete aiutarle: questo è ciò che viene definito 'messaggio'.

- Dite loro: I miei prodotti aiutano le persone. Quali persone aiutate? Fate loro comprendere in modo piacevole come le aiutereste; per esempio, io non dico: Hey, ho un programma riservato a coloro che perdono i capelli. Ho un prodotto che fa ricrescere i capelli. Si potrebbe dire così, ma è davvero attrattivo? E' questo il vostro messaggio? La gente dirà: Non è male.

- Ma cosa ne dite di quest'altro: Sei triste e stanco di vederti perdere i capelli quando ti specchi? Pensi che sia terribile che stia capitando proprio a te? Ricordi quando avevi una bella capigliatura e la gente ti si avvicinava dicendoti: Sai che mi piacciono i tuoi capelli? 
Ma da quando hai cominciato a perderli, provi a pettinare quelli che ti rimangono come meglio puoi, senza riuscire a nascondere il tuo problema. Sai che non ci riesci e che fa schifo!
- Come ti senti quando qualcuno ti si avvicina e la prima cosa che pensi è che si accorga della tua calvizie? Come ti senti in quei casi, erculeo? No, perché Ercole aveva i capelli, tu no! Ti piacerebbe che i capelli ricrescessero e che tornassi a sentirti bene con te stesso? Ti piacerebbe sentirti attraente? Ti piacerebbe sentirti bene con gli altri e durante i tuoi affari? Ho un prodotto per te!

- C'è una piccola differenza, non è vero? Questo è 'vendere' qualcosa. Quando sai che problema stai risolvendo e per chi, non devi 'vendere' nulla. Stai facendo un'offerta a qualcuno che già ricerca la tua soluzione. Sei nella condizione di aiutare qualcuno, non hai bisogno di 'vendere'.

- Parliamoci francamente: Sei un venditore e non c'è nulla di sbagliato in questo. Stai offrendo qualcosa in cambio di denaro, perché in ciò consiste il tuo lavoro, ma è opportuno pensare ad ogni vendita come alla possibilità di aiutare qualcuno. Tutto sta nel riuscire a rapportarsi in maniera adeguata. Non pensare si tratti di 'vendere'; comunque, indipendentemente da come voglia definirlo, se non lo stai facendo, stai danneggiandoti, e se non ti danneggi ora, arriverà il giorno in cui lo farai, indipendentemente dal tuo campo!
- Anche le vostre Aziende continueranno ad avere un dipartimento per il marketing/un settore vendite, indipendentemente da come li definirete per rendere per più accettabile l'idea della vendita. Cosa ne pensate? Quale terminologia potreste usare per intendere 'vendere' senza 'vendere'? Se l'idea sarà buona, tenetela ed usatela!

I segreti della mente milionaria
di T. Harv Eker.
Gribaudi Editore - Milano, 2008

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