07 agosto 2015

Disoccupazione e Network Marketing

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Articolo 1 della Costituzione italiana: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Facciam finta di credere che la sovranità sia mai appartenuta al popolo e, prima ancora, che la sovranità nazionale appartenga tuttora allo Stato: anche se tali enunciazioni corrispondessero al vero, permarrebbe il problema dell'"essere fondata sul lavoro" ovvero, che gli italiani, considerandolo un diritto inalienabile, si siano abituati ad attenderne la calata dall'alto, quasi che si trattasse di dover nuovamente attendere la manna dal cielo. L'esempio tipico è rappresentato dai laureati che esigano "il lavoro per cui abbiano studiato" e, soprattutto, corrispondente ad un incarico irrevocabile, meglio ancora se in un apparato statale in cui si potesse anacronisticamente essere remunerati prescindendo da qualsiasi verifica ricorrente dell'effettiva produttività (ovviamente, nessuno che ragionasse così ammetterebbe la correttezza di quest'esempio, semmai, esprimerebbe sdegno per il paragone con gli antichi privilegiati che non intendessero rinunciare ad uno stile di vita ormai insostenibile da parte altrui). 

Rispetto anche solo a pochi anni fa, le condizioni del mercato del lavoro sono mutate radicalmente: soprattutto, benché gli italiani stentino a rendersene conto, non torneranno mai ad essere quelle conosciute dalla generazione degli attuali pensionandi o poco più giovani; scendere in piazza a reclamare più lavoro (come se lo si potesse creare dal nulla!), scioperare o, peggio ancora, compiere atti di guerriglia urbana durante le manifestazioni che danneggino unicamente chi abbia lavorato sodo per acquistare un'auto ormai inservibile o curare delle vetrine dai vetri ormai infranti, è completamente inutile (e moralmente esecrabile)! Bisognerebbe invece imboccare strade diverse da quelle percorse fino ad oggi, perché, se è vero siano profondamente mutate le condizioni del mercato del lavoro, è altrettanto vero sia possibile cogliere opportunità un tempo impensabili, specie grazie all'impiego dei moderni mezzi per la comunicazione e lo spostamento del lavoro online. Personalmente, concordo con coloro che ritengano che il Paese non possa distribuire nuovi "posti di lavoro", assicurare "posti di lavoro per tutti"!


E' molto difficile spiegarsi; io, ad esempio, penso che sarebbe utilissimo per il Paese indire concorsi che portassero all'assunzione di quel numero considerevole di magistrati che, all'interno di nuovi tribunali (magari informatizzati!), potessero assicurare lo svolgimento di tutti quei processi che occorrerebbero affinché tanti reati non cadessero invece in prescrizione, rimanendo impuniti. Per non parlare del numero esorbitante di nuovi posti di lavoro che potrebbero essere creati se si puntasse sull'importantissima risorsa potenziale rappresentata dal nostro patrimonio artistico tuttora inaccessibile!
 Due esempi non possono bastare a rendere l'idea della complessità della situazione e delle soluzioni ideabili per ovviare alla "mancanza di lavoro", ma un concetto deve esser chiaro: la mancanza di lavoro che lamentino le masse ed i posti di lavoro che mendacemente continuino ad essere promessi dai politici, corrispondono al non più necessario impiego di molta manodopera nelle fabbriche o nei cantieri, perché la produzione di molti beni non tornerà più in Italia e centri commerciali se ne sono costruiti fin troppi (il commercio elettronico, che consente di abbattere numerosissimi costi d'impresa, punta caso, è floridissimo!). Il modello di consumo capitalistico, inoltre, andrebbe rigettato non fosse altro che per gli enormi danni ambientali e sociali che cagionasse già in passato! Non dovremmo poi dimenticare che, fino allo "scoppio della crisi", ingenti quantità di denaro venissero costantemente "immesse sul mercato" o, per meglio dire, a milioni di persone, abituatesi a vivere molto al di sopra delle loro possibilità, venissero erogati prestiti per l'acquisto della casa ed il cosiddetto credito al consumo e ciò le abbia poi rese fortemente indebitate ed insolventi.

Potremmo davvero permetterci di assumere ancora masse d'incapaci negli apparati statali, regionali, comunali? Dovremmo ancora tollerare miriadi di sfaccendati laddove per decenni altri abbiano fatto quel tanto che bastasse per far trascorrere le otto ore lavorative e, un anno appresso all'altro, giungere alla corresponsione della pensione? No, perché i conti dello Stato peggiorerebbero!
 Quanto agli imprenditori, i quali dovrebbero "assumere di più": crediamo davvero che se ne avessero bisogno, non lo farebbero? Gli imprenditori (specie i piccoli o medi imprenditori italiani) non sacrificano masochisticamente la profittabilità delle loro aziende pur di non assumere operai: continuare ad immaginare la lotta di classe tra capitalisti ed operai come nell'Ottocento è, per l'appunto, anacronistico! La realtà, è che le imprese italiane si sono quasi tutte notevolmente impoverite nel corso del tempo e quelle che possano farlo, fanno bene a spostare la produzione all'estero prima di fallire! Vale ovunque: coloro che non aggiungano valore all'ente od all'impresa in cui siano impiegati (o pretenderebbero esserlo!), non costituiscono una potenziale risorsa umana, ma un rischio concreto da scongiurare! Riferito all'ambito del Network Marketing: coloro che non sappiano vendere e si lascino illudere che il "marketing del passaparola" non lo renda indispensabile, sono destinati a fallire e ad ingrossare le file dei già numerosissimi detrattori di tale opportunità di business legale e democratica (formalmente, aperta a tutti), quanto meritocratica (vince chi esprima professionalità e deontologia professionale).

D'altro canto, in alcuni settori il lavoro non mancherebbe, ma risultano introvabili coloro che dovrebbero esprimere le conoscenze e le competenze richieste: il punto è che, finchè si cercherà “il lavoro” (quasi fosse una misteriosa entità cui affidare infantilmente le proprie sorti future), anziché "nuovi modi di creare valore", si sarà causa della propria sofferenza e si costituirà un peso per la società! E' vero, quindi, "qualcuno debba fare qualcosa" per modificare la situazione presente, ma non si tratta dei politici o dei sindacalisti (i quali sarebbe comunque opportuno che fossero tutti onesti e competenti): bisognerebbe che ognuno, anziché lamentarsi delle cose e rimanere a predire rivoluzioni solo online, si convincesse che il lavoro esiste e si trova (o si possono creare nuove figure professionali individuando delle nicchie che necessitino di particolari beni o servizi ancora manchevoli), a condizione di non più considerarlo un diritto godibile indipendentemente dal proprio valore (come lavoratori).
Per troppo tempo, abbiamo vissuto senza più scambiare denaro (cui corrispondesse una contropartita aurifera) con prodotti e servizi reali, ossia, che potessero soddisfare bisogni concreti anziché indotti e corrispondenti a mestieri o professioni dignitosi, non riducentisi all'intermediazione finanziaria da tradurre in falsificazione dei dati, affinché i richiedenti credito potessero risultare affidabili anche quando non lo fossero e illusoriamente perpetrare per un tempo indefinito il predetto modello di consumo capitalistico!
In definitiva, il denaro veniva creato dal nulla e non più utilizzato per "creare e scambiare valore", cioè, lavorare dignitosamente e così concorrere al miglioramento della collettività: tale valore è ciò su cui, ad esser sinceri, andrebbe rifondato non solo il nostro Paese, ma il modus operandi nell'ambito economico-finanziario in qualsiasi parte del mondo; nel frattempo, non si riesce più a risparmiare ed aumentano le preoccupazioni per il futuro.


Per quel che riguardi il Network Marketing: indubbiamente, non tutti possono essere imprenditori od anche solo buoni venditori (per essere ottimi Network Marketer, occorrono sia capacità di vendita, che attitudine alla leadership e mentalità imprenditoriale!), ma, proprio per questo, occorrerebbe autoanalizzarsi (o rimettersi alla valutazione di un esperto) e, qualunque cosa si decidesse infine di fare, farla al meglio delle proprie possibilità e di buon grado; un sistema di Network Marketing è congegnato in modo tale da permettere a chiunque di condividere la ricchezza dell'Azienda prescelta: il sistema è aperto a chiunque abbia grinta, determinazione e perseveranza ed alle Aziende interessa che gli affiliati siano disposti ad imparare, cambiare, evolvere mentre imparino ad essere titolari d'impresa. Io, ad esempio, a coloro che osino obiettare "
non si debba pagare per lavorare" per giustificare propri pretestuosi tergiversamenti nell'avviare l'attività o squalificare il lavoro altrui, immancabilmente ribatto non serva chiedersi se costituisca un'attività legale, bensì, se si posseggano le qualità necessarie per svolgerla proficuamente; a coloro che rivelino comprensione e condivisione delle mie riflessioni, invece, accordo la massima disponibilità nella formazione, affinché possano raggiungere benessere personale e finanziario.


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