
Nei
casi in cui lo sponsor non si richiami alle eccezionali qualità del
Prodotto – in cui il suo affiliato ribelle non creda a sufficienza
e di cui scrissi nel post dedicato al Prodotto totemico nel Network
Marketing – denuncia la scarsa motivazione dello stesso allo
svolgimento dell'attività, cui, quindi, non dedicherebbe tempo ed
energie a sufficienza: dal punto di vista dello sponsor, se le cose
vanno male la spiegazione è quasi sempre semplice e la colpa
altrui!
Personalmente, nutro particolare avversione nei confronti
di coloro che si convincano di essere dei provetti
motivatori
e dei fini
psicologi
per il solo fatto di aver letto qualche libro di psicologia (sempre
gli stessi), dimostrando invece di non aver compreso che proprio gli
psicologi non sono dei "motivatori" e che, in alternativa,
un bravo
coach dovrebbe
essere in grado di consentire ai propri clienti il raggiungimento di
obiettivi sul piano educativo, formativo, aziendale o quel che fosse
sulla base di un preciso piano di lavoro: insomma, l'esatto contrario
di quel che sappia fare la gran parte degli sponsor, limitandosi a
lamentare carenza di motivazioni e ad invocare la potenza di
reconditi "segreti" o delle "forze universali"
cui affidarsi con fiducia nel cambiamento, ancora una volta senza
averne capito granché per primi!
Quello della "motivazione"
è sempre stato, anche nell'ambito del (cattivo) Network Marketing un
business
nel business,
in grado di adattarsi all'evoluzione tecnologica: se un tempo si
consigliava semplicemente di attaccare le foto degli oggetti che si
desiderasse possedere ovunque sarebbero state sempre bene in vista
(per motivarsi a "fare" e finalmente riuscire ad
acquistarli), si è poi passati alla vendita di musicassette,
videocassette, cd e corsi, tutto rigorosamente "motivazionale"
e naturalmente molto costoso!
Realmente, cos'è la motivazione?
Essa potrebbe essere definita come "l'espressione
dei motivi che inducano un individuo a compiere delle azioni in vista
di un fine od una meta":
nel concetto di motivazione è insita la disponibilità di risorse
(energia, tempo, denaro, capacità cognitive etc.) per raggiungere un
fine e che quest'ultimo sia chiaro (altrimenti, l'agire diviene
dispersivo, può sopravvenire il fallimento). Non
solo: sarebbe opportuno che le azioni volte ad ottenere un risultato
fossero determinate da quella forma di motivazione che si definisce
intrinseca,
anziché estrinseca,
cioè, che gli obiettivi venissero perseguiti non per ottenerne in
cambio l'apprezzamento altrui, prestigio sociale o qualunque altra
cosa che non fosse la necessità di soddisfare concreti bisogni di
sopravvivenza o le proprie più intime aspirazioni interiori (per
banalizzare, come quando si dica la beneficenza vada fatta per amor
del prossimo e sentirsene gratificati, ma non vada pubblicizzata per
vantarsene o migliorare la propria immagine agli occhi altrui per
fini opportunistici).
Torniamo al Network Marketing: è realistico
pensare che basti sentirsi motivati - "carichi"! - perché
una situazione stagnante cambi? Ciascuno di noi non fa forse parte
della società, conseguendone che quel che si possa ottenere dipenda
da un insieme di fattori, solo in minima parte direttamente
controllabili? In realtà, se bastasse semplicemente fare quanto
consigliato inizialmente dalle upline – consumare i prodotti ed
affidarsi al marketing
del passaparola
– non vi sarebbe alcun bisogno di tornare continuamente a motivarsi
per raggiungere i propri obiettivi (peraltro, gli unici due obiettivi
che vadano rincorsi nel Network Marketing sono il sostentamento
economico e la correttezza nei riguardi altrui: non si deve
"migliorare la società", non si devono "mutare le
sorti del mondo" e tutto quanto i motivatori improvvisati
vogliano stucchevolmente far credere, semmai, ciò costituirà un
riflesso del miglioramento di sé)!
Solo
se il sistema è inefficiente e gli strumenti inefficaci, occorre
lavorare (troppo) duramente per ottenere risultati e compensare il
tempo necessario ad ottenere anche minimi risultati con la motivazione: come scrive un mio collega altrove, se tu avessi
potenziali distributori altamente qualificati con cui parlare ogni
giorno, che sapessero già ciò che fai, esprimessero il loro
interesse a saperne di più e attendessero con impazienza la tua
risposta, pensi che la motivazione sarebbe
un problema per te? No!
Se
tutto ciò fosse possibile - e lo è! - un Network Marketer
professionale riuscirebbe ad automatizzare gran parte della propria
attività (campagne pubblicitarie ben targettizzate, uso di
autorisponditori, sito web appropriatamente posizionato etc.),
evitare di mendicare continuamente nuovi nominativi in giro come
facciano ancora oggi i più impreparati e disorganizzati e potrebbe
erogare formazione qualificata ai soli collaboratori che rivelassero
attitudine imprenditoriale e desiderio di perfezionare le proprie
competenze (naturalmente, oltre a proseguire l'attività di vendita e
customer care che competa a qualsiasi Network Marketer,
indipendentemente dalla qualifica che abbia raggiunto in seno alla
propria azienda).
Ascoltare le storie di successo altrui può
risultare piacevole, ma non incide nella vita di nessun aspirante
Network Marketer: sopravvenendo delle difficoltà, la motivazione
viene persa e va riconquistata a costo di sempre maggiori sforzi
d'autoconvincimento che le cose potranno cambiare anche per sé; in
realtà, i veri soli motivatori affidabili sono i risultati
tangibili!
Nel prossimo post, leggerai ulteriormente perché
sia fondamentale riuscire a motivare adeguatamente i propri
collaboratori e come farlo, sfruttando le differenze tra motivazione calda e fredda nel Network Marketing.
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