
Indipendentemente
dal fatto che un'attività di Network Marketing venga avviata part
time od impegnandovisi da subito a tempo pieno, lo si fa per
raggiungere degli obiettivi per sé importanti (assumendo che ognuno
li abbia chiari!): quasi tutti vorrebbero raggiungerli velocemente;
per quel che mi riguardi, non sono mai stato convinto che ''presto
e bene'' si concilino, ma
i colleghi Network Marketer o sedicenti coach tendono ad insegnare il
contrario, derivandone un profluvio di frasi altisonanti e promesse
sicuramente più irresistibili delle mie (dimostrazioni tangibili di
quanto promesso, mai). Sia chiaro: anche a me piacerebbe poter fare
le cose velocemente e, posto che m'impegni sempre al massimo delle
mie possibilità nei progetti che segua, faccio in modo che i tempi
non si allunghino irragionevolmente, ma la promessa altrui è sempre
''presto e bene“, ed aggiungerei: senza bisogno di conoscenze
pregresse e sforzo, cioè, l'optimum per tutti coloro che vogliano
illudersi di poter acquisire il ''segreto del successo'' nel Network
Marketing od in qualsiasi altro campo dell'esistenza (lo scrivo
spesso: a me ricordano il burattino Pinocchio lasciatosi convincere a
seminare gli zecchini d'oro nel Campo dei Miracoli per tornare a
prenderne molti di più l'indomani mattina!).
Ne consegue che
molti sedicenti Network Marketer o coach creino un loro ''sistema''
per raggiungere il successo: di fatto, il sistema esisterebbe già e
coinciderebbe con la piena conoscenza e corretta applicazione del
piano di marketing prescelto (concetto semplice, quanto sgradito alla
gran parte di coloro che s'improvvisino Network Marketer);
l'impegnarsi a studiare adeguatamente il piano di marketing prescelto
ed attuarne le direttive, esprime l'impegno a trattare l'attività di
Network Marketing come un'azienda (mentre molti sottoscrivono un
contratto di distribuzione nell'attesa di poter tornare a fare altro!
Come se aprissero un'attività commerciale che richiedesse, almeno
agli inizi, la costante presenza del titolare e l'attenta
supervisione dei collaboratori, ma volessero risultare impegnati per
non più delle otto ore lavorative che preveda un contratto da
''dipendente''!).
La sola cosa che continui ad esser certa, è il
fallimento dell'impresa che accomuni troppe persone!
Una cosa
che trovi immancabilmente patetica (giacché conosco i trucchi della
comunicazione), è il modo falsamente umile che adottino tanti
sedicenti Network Marketer per assicurarsi la simpatia altrui e
l'esecuzione di quella che si definisca call to action (cioè, la
richiesta di conferire i propri dati dalla pagina su cui si sia
capitati): tutti che abbiano seguito con umiltà i consigli delle
upline, salvo non riuscire ad ottenere risultati apprezzabili,
perché... ma sì: perché ancora non avevano ideato il loro
rivoluzionario sistema ''cattura contatti''! Trovo che tali
dichiarazioni siano patetiche, se consideriamo il fatto sia poi
altrettanto invariabilmente precisato l'arrivo di un momento di
svolta, senza che si possa mai sapere con quali aziende collaborino
questi signori e quali importanti qualifiche aziendali debbano aver
raggiunto in seno ad esse!!
Assolutamente di cattivo
gusto il fatto scrivano
che due/tre/quattrocento euro in più al mese non facessero male, ma
non potessero soddisfare il loro spirito imprenditoriale! E' vero:
poche centinaia di euro in più al mese non cambiano la vita di
coloro che siano già benestanti, tuttavia, costituiscono un
significativo miglioramento delle condizioni di vita della gran parte
delle famiglie italiane attuali e, per quel che mi concerna, sono sempre
più che lieto di riuscire a porre qualcuno nella condizione di
migliorare delle condizioni di partenza che non soddisfacessero.
Il
denaro va rispettato in sè; ancor più inaccettabile, è dichiarare
che, siccome esistono persone che possano accontentarsi di un modesto
reddito aggiuntivo, si debba accettare serenamente che lo facciano ed
''avere un metodo di lavoro adatto a loro'': assolutamente, no!
Lo
strumento di lavoro congegnato affinché funzioni bene per tutti è,
come ho già scritto, il piano di marketing dell'azienda prescelta
ovvero, non si creano favolosi ''sistemi di lavoro'' che possano
funzionare per qualcuno e non per altri: sarebbe come se affermassimo
che solo alcuni possano guidare un'auto o far funzionare uno
qualsiasi dei tantissimi apparecchi tecnologici che abbiano
modificato il comune modo di comunicare negli ultimi decenni. Così
come uno strumento tecnologico viene creato affinché possa essere
utilizzato da chiunque sulla base di capacità cognitive ed abilità
che rientrino nella media, allo stesso modo, un
''sistema di lavoro'' che pretenda d'essere efficace ed efficiente
dovrebbe facilitare il lavoro di qualsiasi individuo
(altrimenti, non sarebbe più onesto sottolineare che l'estensione ed
altre caratteristiche delle personali cerchie di influenza condizionino pesantemente le possibilità di successo di un business?
Rimando alla lettura del mio precedente post). Naturalmente,
richiamarsi al tempo che occorra per sviluppare e rendere
profittevole un'impresa, non deve costituire un alibi per coloro che
non abbiano alcuna azione concreta e di comprovata utilità da
suggerire ai propri downliner!
L'argomento del post, comunque,
resta quello della motivazione
e ci si potrebbe chiedere se rivesta più importanza essere motivati
ad avviare un'attività imprenditoriale od ottenere un tale successo
nell'attività da non poter essere che motivati a proseguirla;
ovviamente, la motivazione ad avviare un'attività deve sussistere,
ma non basta per superare gli inevitabili problemi legati
all'intrapresa ed alla conduzione di un business: conoscenze
pregresse e competenze che possano essere affinate, unite ad un buon
metodo di lavoro
(ciò che abitualmente si definisce know how), insomma, depongono a
favore della continuità nell'impegnarsi a migliorare la propria
attività sulla base dei risultati già ottenuti e perfettibili.
Peraltro, 'motivazione' è un termine generico e non rende bene
l'idea dei tanti modi in cui si possa motivare qualcuno: nel mio
precedente post dedicato ai guadagni nel Network Marketing, ad
esempio, facevo presente il fatto la motivazione dei collaboratori ed
il reclutamento di nuovi affiliati sia ancora oggi spesso basato sul
clima di esaltazione avvertibile durante gli eventi negli hotel; in
quelle occasioni, tutto avviene secondo una precisa orchestrazione
degli interventi sul palco, visione di filmati aziendali durante
ulteriori eventi di carattere internazionale ed intermezzi musicali
che possano illudere i neofiti ed i potenziali affiliati del fatto
che lavorare nel Network Marketing voglia dire passare da un
divertimento all'altro, acquisire un reddito senza sforzo e –
particolarmente attrattivo al giorno d'oggi – ottenere fama quale
''incaricato di successo'', quanto meno nel microcosmo della propria
azienda!
Questo genere di eventi può sicuramente risultare
divertente per qualcuno ed esaltante anche per i più timidi, ma non
permette di motivare nessuno per un tempo indefinito: ciò non
significa non siano utili, ma non nella misura in cui lo si creda:
finché permarrà lo stato di esaltazione, qualsiasi distributore
proverà a fare tutto ciò che gli sembri opportuno (prospettare la
possibilità di guadagno a parenti ed amici, telefonate a freddo,
volantinaggio...), tuttavia, potrà ottenere solo eventuali risultati
dettati più dal caso o dalla benevolenza altrui nei suoi riguardi,
anziché entusiasmanti e riproducibili!
Indubbiamente, uno
degli aspetti più demotivanti legati all'attività di Network
Marketing è la difficoltà nello sponsorizzare ed affermando ciò,
inevitabilmente torno a sottolineare l'importanza della numerosità
ed altre caratteristiche delle proprie cerchie di influenza: ne
deriva l'abbandono, solitamente molto presto! Se,
invece, un neofita riuscisse a sponsorizzare almeno dalle tre alle
cinque persone al mese e tali collaboratori riuscissero a fare
altrettanto, nell'arco di un solo anno la sua downline sarebbe
cresciuta quel tanto che bastasse ad assicurargli l'equivalente di
uno stipendio più che dignitoso e ciò costituirebbe una motivazione
(fredda) sufficientemente forte per continuare ad investire tempo,
energie e denaro nello sviluppo del business.
Le sponsorizzazioni, però, non scaturiscono dalla fiducia in se
stessi o dal ''credere'' nella bontà dei prodotti in catalogo,
sebbene gli upliner si ostinino a consigliarlo o redarguire quei
collaboratori che non rivelino attitudine da adepti d'una setta
religiosa nell'esecuzione delle direttive altrui: tempo addietro, scrissi del prodotto totemico nel Network Marketing.
Può capitare che un upliner abbia incontrato poche persone
cui proporre l'attività, ma rivelatesi abilissime nello svolgerla,
così come – caso più frequente – capita che le cerchie di
influenza siano talmente estese da consentire il reclutamento di
tanti nuovi distributori senza sforzo: in un caso o nell'altro, la
motivazione a svolgere bene l'attività non avrà costituito la
ragione del successo, pur venendo addotta come tale!
Certe volte, si è davvero molto fortunati: un mio vecchio upliner,
ad esempio, ha sfiorato una certa qualifica per quasi dieci anni e,
nonostante mi rimproverasse di non ''credere'' sufficientemente nei
prodotti per giustificare le difficoltà che incontrassi anch'io nel
lavoro, nemmeno lui compiva quello che potremmo definire un ''salto
di qualità'': ha poi acquisito la nuova qualifica grazie ad un
consistentissimo ordine di integratori da parte d'una ragazza rimasta
inattiva per lunghissimo tempo, la quale riuscì a promuoverne l'uso
da parte della nonna, al posto di quelli che le avesse prescritto il
medico e che, nel lungo termine, avrebbe pagato molto di più in
farmacia!
Come ho già avuto modo di scrivere, molti upliner
dispensano consigli inefficaci non per cattiveria (sarebbe
paradossale!), bensì, per incapacità di riconoscere l'inefficacia
della formazione che eroghino: onestamente, sarebbe perfino meglio
che fossero in malafede, perché, nel momento in cui si rendessero
conto che, danneggiando la propria downline, si danneggi sé stessi,
piuttosto rinverebbero - è il caso di dirlo! - la motivazione a
migliorarsi come formatori per migliorare le sorti economiche
dell'intero gruppo di lavoro!
Nell'area riservata di una delle
aziende con cui collaborassi, era spiegato piuttosto efficacemente
cosa dovrebbe accadere affinché la propria attività risultasse
proficua (la teoria non è originale, ma chiunque vi ricorra trova
che consenta degli esempi semplici, quanto efficaci): ebbene, bisogna
cominciare coll'immaginare la propria downline come una... vasca da
bagno che necessitassimo di riempire per poterci poi godere un bagno
ristoratore.
Per riempire la vasca da bagno, ovviamente, avremmo
bisogno di lasciar scorrere l'acqua, che, però, dovrebbe anche
essere trattenuta affinché diventasse abbondante e, durante il
bagno, potrebbe occorrere riaprire il rubinetto di tanto in tanto per
ovviare magari alla imperfetta tenuta del tappo oppure, ad eventuali
strabordii che momentaneamente abbassassero il livello dell'acqua. Di
fatto, si tratta d'una metafora: l'immissione di acqua nella vasca
corrisponde all'acquisizione di nuovi clienti da parte di una impresa
od attività commerciale (Flusso IN); la stabilizzazione del livello
dell'acqua nella vasca corrisponde alla fidelizzazione dei clienti,
mentre gli sversamenti d'acqua corrispondono alla possibilità di
perderne (Flusso OUT); analogo ragionamento si dovrà fare in
relazione ai distributori presenti in downline.
Così come
mantenere sempre aperto il rubinetto dell'acqua può risultare
fastidioso e sicuramente antieconomico, allo stesso modo risulta
fastidioso e difficoltoso ricercare sempre nuovi clienti per
assicurarsi guadagni accettabili: l'optimum è rappresentato dalla
fidelizzazione
dei clienti, che, soddisfatti dei prodotti e/o servizi proposti, li
acquistino ricorrentemente; in tal modo, è come se venisse
interrotto il Flusso Out (cioè, venissero arrestate le perdite
d'acqua, eccezion fatta per trascurabilissime quantità/minimo numero
di clienti che abbandonino nonostante la qualità dei prodotti e/o
servizi) e non si dovesse continuamente aumentare il Flusso IN.
Quando la ricerca di nuovi clienti non costituisse più una priorità,
ci si potrebbe impegnare al massimo nello sviluppo della downline!
Di fatto, la maggior parte delle aziende di Network
Marketing richiede di generare minimi volumi di vendita mensile per
accedere al guadagno sulla downline (come nel caso di quelle con cui
collabori io), proprio per assicurarsi – ed assicurare ai propri
Incaricati alle vendite – dei guadagni ricorrenti e, sulla base
della ritenzione dei clienti, crescenti nel tempo: in pratica, se
tutti gli affiliati si limitassero a consumare quel tanto che
l'azienda richiedesse, non vi sarebbe bisogno di fare altro ed
affannarsi ad ideare più o meno convincenti ''sistemi cattura
contatti'' (si badi bene: tali minimi volumi di vendita mensile,
configurandosi altrimenti come rifornimento di un campionario basico
per lo svolgimento dell'attività sono assolutamente legali e
richiedibili per la corresponsione delle ''provvigioni indirette'';
nessuna azienda impone, invece, alcun obbligo per la corresponsione
delle provvigioni derivanti dalla vendita diretta). A tal proposito,
potrebbe tornare utile rileggere il precedente post
sull'autoconsumo nel Network Marketing.
Analogo
ragionamento per i distributori presenti in downline: quelli che
entrino (Flusso IN) dovrebbero costantemente superare quelli che
abbandonino l'attività (Flusso OUT), solo così potendo essere
raggiunto e mantenuto il Peak
Point (il Network Marketer
potrebbe, da questo momento in poi, delegare completamente la ricerca
di nuovi distributori ai suoi downliner, senza che l'ammontare
mensile delle provvigioni diminuisse mai).
La velocità con cui il
picco possa essere raggiunto dipende dalle caratteristiche del piano
marketing prescelto, dalla qualità e replicabilità della formazione
erogata ai propri distributori e, naturalmente, dalla ricettività di
questi ultimi, oltre che da un'eventuale attitudine alla
leadership.
Giunti
a questo punto del discorso, il problema resta uno soltanto: io
almeno non ho ancora conosciuto un Networker o Network Marketer che
possa dimostrare la veridicità delle sue asserzioni; potrei
comportarmi come facciano gli altri e promettere anch'io un ''sistema
chiavi in mano'' che consentisse di costituire una grande downline
nella metà del tempo rispetto ai concorrenti, col
triplo/quadruplo/quintuplo dei risultati... quant'altro la fantasia
mi suggerisse per risultare perfino più che accattivante: io, però,
ho scelto di rifuggire il sensazionalismo e rimango fedele a me
stesso.
I sedicenti esperti dell'internet marketing o gli
altrettanto sedicenti affermati Network Marketer, infatti, sono
soliti precisare che i loro ''infallibili'' sistemi per la ricerca di
nuovi clienti e la sponsorizzazione di nuovi distributori possano
funzionare a condizione che il singolo tester esprima mentalità
imprenditoriale e s'impegni al massimo delle proprie possibilità:
onestamente, mi sembra che espongano delle idee scontate, al pari di
coloro che rimproverino ai propri downliner di ''non credere a
sufficienza nel prodotto'' o che prendano tempo quando i risultati
non arrivino; in questo secondo caso, in assenza di risultati, si
potrebbe rimproverare ai downliner di non possedere mentalità
imprenditoriale e di non essersi impegnati abbastanza! Sarebbe già
molto diverso se questi soggetti prevedessero la somministrazione di
una batteria di test che misurassero attendibilmente le qualità
ricercate nei downliner: ciò, però, significherebbe anzitutto
rivolgersi ad uno psicologo che potesse utilizzare tali strumenti e
refertare correttamente i risultati; nella realtà, agli
ideatori di tali ''sistemi infallibili'' interessa solo fare leva
sull'avidità dei potenziali clienti e la loro contemporanea poca
voglia di impegnarsi nella formazione per vendere un'idea di
stravolgimento in positivo dell'esistenza al costo di alcune
centinaia, talvolta migliaia, di euro, per poi riciclarsi in una
nuova nicchia di mercato
alla ricerca di altri gonzi!
I più audaci si spingono fino al
punto di assicurare che per sfruttare appieno i loro sistemi non
necessitino competenze d'alcun tipo: nel mondo reale, la completa
incapacità nella realizzazione di un sito web o perfino
nell'utilizzo del computer, spesso unite ad una grossolana conoscenza
della lingua italiana e, ne consegue, l'impossibilità di scrivere
dei buoni articoli per un blog, costituirebbero un enorme problema
anche solo nella ricerca di un lavoro impiegatizio o di segretariato,
mentre per lavorare online sembrerebbero non avere la benché minima
influenza! Ovvio, altrimenti il sistema infallibile di turno non si
adatterebbe a chiunque!?! Non è nemmeno richiesto che vengano
utilizzati tutti i metodi di lavoro proposti, ma solo quelli che si
preferiscano! Beninteso, lavorando solo quando se ne abbia voglia e
senza dover investire denaro (a parte la grossa cifra già spesa per
aderire al sistema!).
In realtà, anche un'attività di
Network Marketing comporta delle spese: al costo dei prodotti da
acquistare reiteratamente per rifornire il personale campionario,
occorre aggiungere almeno quello dell'abbonamento telefonico per
potersi costantemente tenere in contatto coi collaboratori,
eventualmente quello della benzina e per l'affitto delle sale in cui
effettuare i meeting e per la pubblicità in rete (nei riguardi della
quale, comunque, i neofiti nutrono delle aspettative troppo elevate);
certamente, si tratta di costi notevolmente inferiori a quelli
richiesti da un'attività tradizionale e siccome ne conduco una
insieme a mio padre da sempre, so bene di cosa parli e quanto mi
converrebbe che l'attività di Network Marketing divenisse l'unica su
cui basare il mio benessere personale e finanziario.
In
definitiva, posso essere d'accordo sul fatto che sia importante
approfittare della migliore disposizione d'animo possibile di un
incaricato, subito dopo la sua adesione al network, per provare a
trasformare la sua motivazione
calda al cambiamento in
motivazione fredda,
cioè, stabile, ma se ciò è teoricamente corretto, rimane
sostanzialmente inattuabile sul piano pratico, specie nei modi e nei
tempi abitualmente strombazzati; ciò che veramente conti, è la
formazione continua, che attenga a differenti ambiti, passando dalla
comunicazione alla cura della propria immagine offline ed online
(personal branding), dall'individuazione di risorse che possano
facilitare il proprio lavoro (specie online) alla trasmissione di un
metodo di lavoro razionale alla propria downline, dall'individuazione
degli errori commessi ai rimedi attuati, fino ad una valutazione dei
risultati nel breve, medio e lungo termine. Tutto finalizzato ad
acquisire autorevolezza nel campo del Network Marketing e ricavarne
beneficio, quante più persone decidessero, nel tempo, di unirsi alla
propria downline.
Ricordiamo sempre che si duplica ciò che si è:
un Network Marketer professionale trasmetterà ai propri downliner un
sistema di lavoro razionale, efficace ed efficiente ed ulteriormente
duplicabile; un Network Marketer incompetente darà una cattiva
immagine di sé e non riuscirà a trattenere gli affiliati in
downline (danneggiando se stesso ed ulteriormente la reputazione del
Network Marketing).
Sarebbe certamente utile creare un'area
riservata online in cui caricare i contenuti man mano creati da sé
per renderli fruibili dalla downline: personalmente, ho però scelto
di crearla gratuitamente per rimanere fedele al proposito originario
di trarre i miei guadagni dall'attività di Network Marketing,
anziché dalla vendita di formazione ed il resto lo trasmetto
attraverso il blog e le cartelle tematiche delle piattaforme sociali
che utilizzi coi migliori risultati; può darsi che, in futuro, porrò
in vendita degli ebook, ma non mi spingerò mai troppo lontano
dall'idea di educare i miei affiliati ad una corretta applicazione
del piano di marketing e degli innumerevoli strumenti offertici
gratuitamente dalla rete per svolgere l'attività: già solo questo,
basterebbe ed avanzerebbe, e significherebbe riuscire non solo a
monetizzare il proprio lavoro, ma trasmettere il piacere della
collaborazione da cui tutti potessero trarre vantaggio e non
continuare a sfruttare il bisogno e le debolezze altrui per mero
tornaconto personale.
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