30 giugno 2015

Network Marketing nella fossa dei leoni

sodomia atto sodomitico
Potrebbe sembrare che il blog sia rimasto abbandonato a se stesso per un lunghissimo periodo di tempo, ma non è così: nei mesi in cui non ho pubblicato dei post, ho apportato continue, benché poco appariscenti modifiche di natura tecnica od estetica e ne ho promosso i contenuti attraverso alcune delle piattaforme sociali che continui ad utilizzare (cui dedicherò una serie di post futuri).
Non reputo opportuno forzarmi a scrivere nuovi post quando debba occuparmi d'altro più urgentemente o me ne manchi anche solo la voglia e, onestamente, ciò che legga altrove, fatte salve rarissime eccezioni (specie nei casi in cui i contenuti siano curati da più persone), mi lascia indifferente: concetti, frasi ad effetto o quelle che pretenderebbero d'essere battute di spirito rimbalzano da una pagina all'altra dei singoli blog o da una pagina all'altra dei blog di coloro che ricambino ospitate virtuali, recensioni, guest post; gli inesperti potrebbero pensare che i blogger si stimino reciprocamente davvero tanto, che siano insolitamente collaborativi, invece, indulgere nel guest posting, scrivere commenti o consigliare ebook, report o videocorsi, sono solo altrettanti modi per tentare di acquisire visibilità in rete spacciando come "contenuti di valore" contenuti che non meriterebbero investimenti economici di pochi spiccioli, figuriamoci le decine di centinaia di euro abitualmente richieste (sull'utilità dei contenuti resi disponibili gratuitamente, non dovrei nemmeno esprimermi: ancor più disturbanti banalità, ovvietà che chiunque fosse appena istruito dovrebbe saper riconoscere ed evitare per il futuro, unicamente dei modi per acquisire i dati altrui, giacché report spacciati per straordinari o video annunciati come destinati a rivoluzionare qualsiasi visione precedente del mondo del lavoro devono giocoforza essere recapitati in casella di posta elettronica!).
Sono più che mai intenzionato a non legare il mio nome a nessuna di tali pratiche e continuare, più pertinentemente ed onestamente, a definirmi un Network Marketer, anziché pure Internet Marketer; non che l'internet marketing sia da rigettare, tuttavia, andrebbe esclusivamente inteso quale applicazione di strategie di marketing alle proprie campagne promozionali, posto che si avessero prodotti e/o servizi reali da vendere! Un prodotto o servizio reale è quello che soddisfi un bisogno altrettanto reale dei potenziali clienti (target all'interno di una nicchia), non qualsiasi cosa si miri a vendere promettendo in malafede la miracolosità dei risultati e, specie per quel che riguardi gli infoprodotti, la possibilità di acquisire conoscenze e competenze senza faticare (altrimenti, tutti potrebbero ad esempio laurearsi!).

Ciò premesso, non potrei affermare con sincerità che nel mondo del Network Marketing le cose vadano molto meglio: è vero l'incontrario; come in qualsiasi altro settore lavorativo, vi s'incontrano farabutti e mentecatti e talvolta si raggiungono tali livelli di stanchezza fisica e mentale da chiedersi perché non ci si risolva a cambiare lavoro! Una risposta è scontata: come ho appena scritto, opportunisti, sciocchi ed abulici se ne trovano ovunque, dunque, ne troveremmo ancora altrove; altre motivazioni sono più complesse da spiegare concisamente ed altre ancora, ovviamente, di natura strettamente personale.
Negli ultimi sei mesi circa, ho vissuto delle esperienze particolarmente deludenti ed avevo deciso di verificare se sarebbe stato possibile, o meno, tornare a concentrarsi su progetti in cui avessi investito tanto tempo ed energie, ma apparentemente non più rispondenti alle mie esigenze di crescita economica o se convenisse di più riprendere l'attività all'interno di un altro network: dopo attente valutazioni, la scelta era ricaduta su un'azienda in apparente notevole espansione sui mercati internazionali ma rivelatasi pessima quanto alle relazioni interpersonali che potessi intrattenervi.

Le settimane successive al mio ingresso furono caratterizzate da una fortissima repulsione rispetto a tutto ciò che la riguardasse. Più ne analizzavo il piano di marketing (soffermandomi, in particolare, su alcune clausole capestro), più mi rendevo conto fosse perfino più "costrittivo" di quello d'una nota azienda americana con cui avessi collaborato fino al 2012 e congegnato affinché gli affiliati si riducano a "vivere per lavorare" e foraggiarne il management, sebbene gli altri si dichiarassero entusiasti oltre ogni limite immaginativo e convinti che stessero per acquisire la libertà finanziaria. Non era ancora trascorso un mese dalla mia iscrizione a tale network, che già avevo bloccato sui social network sia lo sponsor, che il suo sponsor!
Il mio cosiddetto sponsor (ancora una volta, il minuscolo è voluto ed inevitabile!), s'è comportato come in passato quello della nota azienda americana: nonostante io avessi, ad esempio, cerchiato il suo profilo e la sua Pagina su Google Plus e mi sforzassi di interagirvi in entrambi i casi per fargli ottenere quanta più visibilità possibile, lui non ha fatto altrettanto con la mia Pagina, però... ho scoperto quasi subito l'avesse individuata e copincollasse i miei testi! Non gli avevo comunicato di averla creata, perché volevo verificare se avrebbe tenuto d'occhio il mio profilo per sapere se stessi, o meno, "dandomi da fare" ed ho atteso più di qualche giorno che la cerchiasse: quando mi sono accorto ne copincollasse i testi sulla sua, ho dovuto inesorabilmente concludere l'avesse scoperta e stesse comportandosi in maniera quanto meno irrispettosa; infine, mi sono disiscritto dalla sua, perché ho pensato che non fosse assolutamente opportuno rischiare di farvi arrivare qualche utente che, magari, alla fine si registrasse sotto di lui, anziché utilizzare il mio codice!
L'altro tizio, nonostante avessimo passato interi pomeriggi al telefono per discutere della possibilità di realizzare delle campagne promozionali online ripartendo le spese, non appena ha ottenuto conferma della mia registrazione, mi ha fatto sapere intendesse sospenderle per apportare delle migliorie al sito da cui dovesse derivare il mio reflink: di fatto, le pagine che già esistessero sono rimaste online, la mia non è stata più creata! La cosa più mortificante, in entrambi i casi, è stata che, nonostante il blocco sui social network (per evitare di sprecare altro tempo parlandovi, consentendo che promettessero invano altre cose e, soprattutto, di eventualmente poi trascendere i toni d'una comunicazione civile), entrambi avrebbero potuto provare a contattarmi via posta elettronica o telefonicamente per chiedermi le ragioni del mio estraniamento ma non ne abbiano sentito l'esigenza: evidentemente, interessava soltanto che reiterassi mensilmente il mio ordine.
Mi sono sentito nervosissimo per qualche tempo, poi ho concluso che, ancora una volta, dovessi semplicemente considerarmi orfano della upline e puntare esclusivamente su me stesso per un eventuale proseguo dell'attività.
Più che mai oggi, il consiglio che mi senta di dare a chi intraprenda l'attività di Network Marketer, è quello di considerarsi da subito degli imprenditori, prescindendo dalla guida che uno Sponsor possa eventualmente essere disponibile a fornire; mi rendo conto possa sembrare che ciò contraddica quanto scritto altre volte ed idealmente continui per primo a pensare giusto: il proprio Sponsor, altri referenti in seno alla upline dovrebbero infatti accompagnare con garbo e competenza ogni nuovo affiliato in downline lungo la strada del miglioramento personale e della crescita economica, ma siccome avviene raramente di riuscire ad incontrarne di meritevoli della propria fiducia, meglio porsi senza indugi al comando di quella che, a tutti gli effetti, è la propria impresa autoimprenditoriale e preoccuparsi maggiormente di non commettere gli stessi errori con coloro che, nel tempo, andranno a costituire le file della clientela e dei collaboratori.

Personalmente, come ebbi già modo di scrivere, sono sempre stato un affiliato molto scomodo: non ho una personalità gregaria, sono più analitico, riflessivo e colto (ma quest'ultima cosa non sarebbe strettamente influente) di quanto fossero i componenti delle mie upline e, quando le cose non mi convincano o necessiti di chiarimenti, pongo tantissime domande; una delle cose che ho sempre trovato insopportabili, è che alle mie domande puntuali e circostanziate si rispondesse evasivamente e, quando mi dichiarassi insoddisfatto, mi si esortasse a credere nel prodotto totemico, perché, se l'avessi fatto, tutto sarebbe andato apposto di conseguenza!
Sembrerà scontato scriverlo, ma uno Sponsor valido dovrebbe offrire formazione efficace e supporto morale concreto ai propri Affiliati, mentre la gran parte di coloro che ricoprano questo ruolo non sono in grado di farlo, spesso non ne hanno nemmeno voglia, né, in definitiva, riconoscono l'importanza di tale ruolo e di migliorarsi prima ancora di esigere che lo facciano gli altri! Il Network Marketing non deve per forza essere difficile!

Mi rendo ora conto che l'ingresso nel nuovo network abbia costituito una sorta di "riempitivo" nell'attesa di sapere se potessi riprendere l'attività nell'unica azienda conosciuta finora che non abbia caratteristiche settarie; una mia collega ed amica ha vissuto la stessa esperienza, tornando a promuovere i prodotti d'un'azienda cui si fosse iscritta in passato, senza troppa convinzione riguardo alla loro qualità ed estrema reticenza nel farvi aderire altri. Di fatto, non bisognerebbe mai mettere in dubbio la validità del Network Marketing in sé: io mi sono accontentato di non rimetterci economicamente quando accadesse ad altri e contemporaneamente ho continuato a desiderare d'imparare a renderla un'opportunità gratificante e profittevole anche per me, ispirandomi soprattutto ai più bravi Network Marketer stranieri (all'estero, i vantaggi della sharing economy, connection economy e del community marketing sono stati compresi perfino prima che si giungesse a definirli formalmente!).
Per quel che mi riguardi, dunque, rimane invariato il proposito di migliorarmi come imprenditore nell'ambito del Network Marketing, perché, se è vero moltissimi sponsor deludano e molte aziende riescano ad ottenere che i loro schiavi non si riconoscano come tali e si ritrovino in una moderna fossa dei leoni, è altrettanto vero esistano progetti ambiziosi da seguire e persone splendide da conoscere; soprattutto, le persone si uniscono ad uno Sponsor in particolare per le sue doti comunicative e carismaticità, e quando riesca a trasmettere con l'esempio un modus operandi professionale!

La pratica della sodomia – beninteso, in senso lato –, la lascio volentieri a coloro che, non riconoscendo il valore della cooperazione, si ostinino a ridurre l'ambiente lavorativo ad un'arena in cui misurare il valore dei combattenti a colpi di affondi violenti, comunicazioni uniderizionali, ambiguità, approfittamento degli stordimenti altrui per sferrare gli attacchi finali! Esattamente come un atto sodomitico esprime la sopraffazione altrui a livello simbolico, così una visione dell'ambiente lavorativo, e del mercato lavorativo, come ambito in cui la vessazione altrui possa essere ancora oggi giustificata e determinare il successo di coloro che osino i comportamenti più aggressivi e spregiudicati, esprime un bisogno di affermarsi contemporaneamente squalificando il prossimo e ciò risulta particolarmente grave in un ambito lavorativo che invece presupporrebbe la valorizzazione delle competenze di tutti e dell'anelito al successo di tutti i componenti di un gruppo di lavoro per ottenere risultati migliori ed in tempi perfino molto brevi rispetto a qualsiasi altra opportunità di business. Gli upliner che sponsorizzino e poi abbandonino a se stessi i nuovi incaricati alle vendite; quelli che guardino agli affiliati come a dei limoni da spremere finché possano foraggiare le upline coi loro acquisti (acquisizione di provvigioni indirette!) ma senza insegnare a vendere ed a duplicarsi; coloro che riservino ai clienti spiegazioni ardite e perfino sensazionalistiche rispetto ai benefici che potrebbero trarre dall'utilizzo di determinati prodotti o servizi, per disinteressarsene completamente se e quando non dovessero essere in grado di rispondere appropriatamente ad un'obiezione, richiesta di ulteriori chiarimenti od anche solo momentanea indisponibilità a reiterare gli ordini: ebbene, tutti questi personaggi che ancora oggi popolino il mondo del Network Marketing, specie in Italia, e diano di sé un'immagine altamente negativa, sono responsabili delle fortissime resistenze culturali nei riguardi d'una professione che, in sé, sarebbe invece rispettabile e molto più vantaggiosa rispetto a tante altre che, oltretutto, richiedano più tempo, energie e denaro da investire in formazione preliminarmente, acquisto di materiali e percorrimento di lunghissimi iter burocratici solo per poter essere avviate e maggiori perdite in caso di sviluppo stentato o cessazione!

Sfortunatamente, tali sedicenti Network Marketer concorrono a rafforzare stereotipi e pregiudizi riguardanti il Network Marketing; così come risentire di comportamenti scorretti (simbolizzati da un atto sodomitico indesiderato) equivarrebbe a subire un'aggressione, allo stesso modo, molti di quelli cui venga proposto di fare Network Marketing (specie se vi abbiano già provato e ritengano di esser stati truffati dai propri upliner), si ritrovano a pensarvi come ad un masochistico modo con cui fomenterebbero ancora sgarberie, scorrettezze, sopraffazioni ai propri danni, derivandone le detestabilissime accuse di "piramidalità" e truffaldinità che ben conosca perfino chi, come me, vi si dedichi con onestà da lunghissimo tempo.
Di fatto, si determina una situazione che definirei quanto meno grottesca: così come la maggior parte degli uomini sono ossessionati dalla fantasia di essere penetrati e contemporaneamente da quella di poter sottomettere le donne ma soprattutto gli altri maschi del simbolico branco di cui faccian parte, così coloro che si lamentino dell'ormai cronica mancanza di opportunità lavorative valide tergiversano nel coglierne una davvero potenzialmente molto buona allorché venga offerta, salvo tramutarsi, quasi invariabilmente, in personaggi squallidi, approfittatori delle difficoltà altrui, pronti a ripetere quei comportamenti che condannassero fino a poco prima: in breve, epigoni di coloro che originariamente manifestarono la Sindrome di Stoccolma, identificandosi coi propri aggressori e giungendo a giustificarne le azioni!
Avviene tutt'altro che infrequentemente, dunque, che all'interno di un gruppo di lavoro (upliner più downliner) le condotte si omologhino e risultino improntate al rampantismo più becero; così come il maschio che passivamente subisca ovvero, perfino ricerchi il ruolo passivo viene stigmatizzato e perfino tenuto lontano da sé, allo stesso modo, un affiliato che dia ad intendere di non volersi conformare a tali deprecabili condotte in seno alla propria organizzazione diviene "personaggio scomodo" da ridurre al silenzio, onde evitare il crollo del sistema e, in definitiva, delle illusioni che lo sorreggano (di fatto, io non ho ancora conosciuto un solo Network Marketer che abbia radicalmente mutato le proprie sorti economiche agendo spregiudicatamente e fondando la formazione da erogare agli affiliati su una serie infinita di frasi motivazionali roboanti, quanto decontestualizzate dai contesti originari in cui potessero eventualmente avere un senso! Che abbiano compromesso la propria rispettabilità, sì; che abbiano rovinato rapporti interpersonali, sì; che abbiano ottenuto risultati apprezzabili in termini di volumi di vendita generati nel breve periodo, sì, salvo non riuscire a ripetere tali performances man mano che la gente imparasse a sospettarne ed a scansarli come truffatori: molti!).

Terminerò questo post in cui, mi rendo conto, ho fatto non solo largo uso di metafore e similitudini, ma di metafore più audaci di quelle che siano abitualmente presenti nei blog dedicati al Network Marketing, scrivendo che la cosa migliore, per molti Network Marketer, sarebbe riuscire a non pensarsi più impegnati a giocare giochi a somma zero, bensì, quelli cosiddetti a somma diversa da zero, che presuppongano l'istituzione di regole che conducano tutti a vincere o perdere, nella misura in cui riescano poi ad unire le forze nell'interesse comune o rivelino di non saperlo fare; chissà che da quest'altro esempio non tragga spunto per un post futuro!

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